Sport e solidarietà, senza squilli di trombe
C’è chi fa proclami ( troppi). E c’è semplicemente chi fa. Non è questione di quanto si fa, come, dove. Ognuno fa ciò che riesce e ciò che si sente. Basta anche un piccolo gesto. E se serve per far sorridere un bambino ben venga. Così senza squilli di trombe Sergio Contin e Alessandro Fabian, rispettivamente mister e punta della nazionale azzurra di traithlon, hanno fatto ciò che mi avevano raccontato un paio di mesi fa. Il progetto Katutura, con Brooks e Fitri, aveva come obbiettivo portare delle scarpe da corsa in buone condizioni ai bambini di una baraccopoli in Namibia nel quartiere periferico della capitale Windhoek . Lì c’è gente che non se la passa benissimo e anche un paio di scarpe possono essere una gioia. Certo serve altro. Ma intanto da qui si comincia, almeno questa è l’idea perchè da cosa nasce cosa ed altro potrebbe arrivare. Ciò che conta è che lo avevano detto e lo hanno fatto e in un mondo in cui la “parola data” è sempre più un’ipotesi questo mi sembra già un ottimo punto da cui cominciare. Senza troppa enfasi. “Zitti..zitti…”, come diceva la mia nonna