Eccesso di peso? E’ la sindrome dell’imbuto
Sport, alimentazione, buone abitudini a tavola, dieta mediterranea o altro ancora. Tanti sanno ( o credono di sapere) cosa si deve fare per mantenersi in forma. Ma non lo fanno. E’ la cosiddetta “Sindrome dell’imbuto” che più preoccupa medici e dietologi perchè più difficile da debellare, più delle cattive abitudini alimentari. Tradotto significa che la maggioranza delle persone in sovrappeso conosce perfettamente quali sono le sane abitudini alimentari eppure non le attua. È questo uno dei più eclatanti ed allarmanti risultati emersi dall’indagine che l’ADI ( Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) ha sviluppato nella sua ultima ricerca presentata nel corso dell’Obesity day. Sono stati intervistati duemila soggetti provenienti da tutta Italia e il 37% è risultato obeso, il 32% in sovrappeso, il 28% normopeso il 3% sottopeso. Una percentuale inquietante su un campione che rende idea di come il nostro Paese non sia messo benissimo considerando anche che siamo nella top 20 delle nazioni più pigre al mondo con oltre 24 milioni di sedentari. Facciamo pochissimo sport e dalle risposte fornite sulle abitudini e sullo stile di vita alimentare emerge chiaramente che gli italiani predicano bene ma razzolano male. Più della metà delle persone intervistate ha, infatti, risposto correttamente alle domande presenti nei questionari: il 48%, ad esempio, risulta consapevole che la colazione non vada saltata; il 44% dichiara di mangiare molta frutta e verdura mentre l’82% consuma generalmente olio di oliva. «Quanto emerge da questi importanti risultati pone l’attenzione su una visione del tutto superficiale di quello che caratterizza lo stile di vita e le abitudini alimentari “sane” – dichiara il professorf Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI – È come se la maggioranza delle persone intervistate abbia compreso che l’alimento ha lo stesso valore di un farmaco, ma che si sia dimenticata di leggere il foglietto illustrativo con tutte le indicazioni e le controindicazioni del caso, evitando di dosare e porzionare in maniera intelligente tutto ciò che ingerisce. Ciò dimostra come i principi della dieta mediterranea, di cui tutti parlano, siano stati percepiti, ma non messi in pratica. Possiamo dire di trovarci in presenza di una vera e propria sindrome dell’imbuto ovvero, in linea generale tutti hanno sentito parlare della dieta mediterranea, una discreta parte ha cercato di approfondirne gli aspetti, ma solo una minima parte li ha messi veramente in atto». Non basta semplicemente consumare alimenti come l’olio di oliva, la frutta o la verdura, ma bisogna tener conto delle porzioni, dei condimenti, delle tecniche di cucina e soprattutto cosa fondamentale del tempo in cui si consuma un pasto. “Prendersi il giusto tempo a tavola – spiega Fatati– non significa, stare seduti più a lungo e quindi mangiare di più, ma assaporare e gustare i piatti con tutti e cinque i sensi e prestare attenzione a ciò che si consuma”.