La Roubaix e un po’ di buonsenso
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Sempre meglio far calmare le acque. E’ un buona regola che si impara soprattutto con l’età. A botta calda si dicono sempre un sacco di sciocchezze e, qualche volta, però si continuano a dire anche quando l’emozione è passata. Non dovrebbe ma capita. Così il passaggio a livello “violato” della Roubaix domenica è diventato un caso. I ciclisti rischiano di finire in tribunale perchè le Ferrovie francesi vogliono denunciarli per essere passati a sbarre abbassate. L’Assocorridori (Accpi) definisce inaccettabile l’episodio e chiede all’Unione ciclistica internazionale di prendere i «dovuti provvedimenti>. A sua volta l’Uci chiede alle autorità di presentare al più presto un rapporto completo sul caso per “potenziali azioni”. Insomma un bel caos. Detto che i ciclisti si dovevano fermare davanti alle sbarre che si chiudevano, sfido chiunque si stia giocando una Roubaix a farlo a trovare la lucidità per farlo. In piena bagarre, in piena adrenalina di gara, dopo centinaia di chilometri di fatica sul pavè non è facile come dirlo, non è come tirare i freni perchè all’incrocio mentre stai pedalando in città ti scatta il semaforo giallo. Ora tutti parlano di tragedia sfiorata. Ed è vero perche quel Tgv è passato davvero pochi secondi dopo i corridori. Ma la domanda viene abbastanza spontanea. Visto che si stava correndo la Parigi-Roubaix una delle gare più importanti del mondo la prefettura, i vigili, gli organizzatori non si potevano organizzare con le Ferrovie francesi per farlo fermare un paio di minuti quel treno? Era davvero così complicato? O forse solo una scelta di buonsenso? Poi però una domenica mattina qualunque passi su una strada provinciale qualunque e trovi la strada sbarrata da un pensionato con una pettorina gailla che sta fermando il traffico per una gara sociale. E per la Roubaix non si poteva fare?