Molinari, eroe in terra francese ( ma noi pensiamo al derby)
La Costa azzurra per una domenica è più azzurra che non si può e forse ai francesi “un po’ gli girano…” Poco però. In fatto di cultura sportiva i cugini sono avanti e, anzi, ci danno anche qualche lezione. Così l’omaggio a Giulio Molinari, l’azzurro che ieri ha dominato il triathlon lungo di Cannes, non arriva come dovrebbe dai fogli italiani ma proprio dall’Equipe, un pezzo scritto di storia dello sport non solo in Francia, il giornale giallo che ha dato il colore alla maglia del tour e che ha il coraggio di raccontare di calcio ma anche di pallamano. E di triathlon ovviamente. E oggi incorona il carabiniere già campione europeo sulla media distanza: “Molinari brilla” e rende onore alla seconda edizione di una gara con tante stelle al via. Fantastico primo dopo il secondo posto nel 2014 che aveva lasciato un po’ d’amaro in bocca: “Sono contento di essere venuto qui lo scorso anno- racconta l’azzurro all’Equipe- Perchè questo mi ha permesso di capire bene la corsa. Ho imparato ad apprezzare la frazione in bici ma non pensavo sinceramente di mettere un distacco simile tra me e i miei avversari. Così nel tratto di corsa ho potuto amministrare fino alla fine…>. Un copione già visto. E il finale sulla Croisette per Molinari è stato un vero trionfo, una passerella come capita più frequentemente alle star del cinema. Titoli di coda in italiano quindi sul Cannes International Triathlon, nella distanza strana di 2 chilometri di nuoto, 80 di bici e 16 di corsa e davanti a due mostri sacri del triathlon, i tedeschi Jan Frodeno, vincitore dell’oro olimpico nel 2008 a Pechino e considerato ormai il numero 1 nel circuito Ironman, e l’iridato di Kona 2014, Sebastian Kienle. Il carabiniere di Novara ha chiuso la sua fatica in 3 ore 46 minuti e 33 secondi, rifilando quasi due minuti a Frodeno e cinque a Kienle. Non male. Anzi un vero e proprio capolavoro. A cui hanno reso onore i francesi e anche gli sconfitti tedeschi con un bel titolo sulla Suddeutsche Zeitung, il foglio bavarese tra i più prestigiosi della Germania. E noi? Noi stiamo ancora discutendo di un rigore in un indimenticabile derby, che non vale neppure l’Europa e che è finito zero a zero…