Il triathlon e il bicchiere mezzo pieno
Questo pezzo l’ho scritto e riscritto diverse volte. Capita sempre così quando una cosa ti sta a cuore. Perchè è sempre una bella notizia la nascita di un blog. E’ un po’ come quando apre un giornale, si pubblica un libro: è un segno di vita, di vita libera. E di questi tempi dove i pensieri e le opinioni molti fanno fatica a tollerarli è un ottimo segno. Una boccata d’ossigeno. Ma “46 per cento” firmato da Giovanna Rossi non è solo questo. E’ un’altra cosa ancora. Inutile ostinarsi: nella vita nonostante uno programmi, preveda, pianifichi molto capita per caso. Si prende ciò che arriva. Nel bene e nel male. Anche un intervento chirurgico che ti toglie il sonno, che segna un prima e un dopo nella tua vita, che ti tiene a letto per giorni, che ti obbliga ad imparare di nuovo a camminare, a fare le scale, a vestirti da sola, a guidare. Così uno si ritrova a fare spesso i conti con ciò che non si aspetta e poi magari a fare cose che non si aspetta, che neppure aveva immaginato, che mai avrebbe creduto. Si ritrova a fare i conti con un’invalidità, poi magari a fare un triathlon e poi a scrivere tutto su un blog che è un frullato di passioni: “Racconterò il mio primo triathlon da mamma, lavoratrice, invalida, folle. Lo racconterò non agli atleti, che delle mie fatiche (fatico anche solo ad interpretare gli allenamenti) si farebbero, forse, grasse risate, lo vorrei raccontare a tutti gli altri, quelli a cui non importano le distanze, i tecnicismi, i dettagli, ma che quella luce negli occhi la percepirebbero, se la conoscessero. Vorrei raccontare il mare, l’alba, gli eroi di questo sport…”. Detto e fatto. “46 per cento” è on line (http://www.46percento.it/ ) ed è esattamente ciò che voleva essere. Una poesia nel cassetto, il cuore oltre l’ostacolo, la voglia e la forza di mettersi in gioco, lo sguardo oltre l’orizzonte. “46 per cento è il mio grado di invalidità ma è anche il mio bicchiere mezzo pieno” racconta Giovanna Rossi. Ed è la prima cosa che ti dice. Certo che è così. Basta ascoltarla, basta guardarla, basta leggere le sue storie per capire che se a volte ci sono pensieri che ti tolgono il fiato, altri ce ne sono sempre capaci di dar nutrimento per far tornar salde le gambe. Basta crederci, basta scegliere. E la scelta è tra la voglia di arrendersi e quella di tenere accesi i sogni…