Quelli che stanno sempre in scia…
In alcune gare di triathlon la scia è vietata. Troppo vantaggio. Ci si mette in coda alla bici davanti e si sta comodi, si va più veloci di ciò che si è capaci, si sfrutta la fatica degli altri. Comodo. Nelle corse dove la scia non c’è si impara invece a fare i conti solo sulle proprie forze. Ed è un bell’esercizio mentale perchè quando si è soli si ha più tempo per pensare. Ti girano un sacco di cose nella testa. La fatica aiuta a metabolizzare i pensieri. E’ un giro vizioso: si pensa per non pensare alla fatica. E così sarà successo a tanti oggi a Candia Canavese, una trentina di chilometri da Torino, un borgo circondato da un fantastico parco naturale e da dolci colline moreniche che però tali non saranno sembrate a chi doveva pedalare. Un triathlon “no draft” perfetto per organizzazione e percorso e perfetto anche per pensare. Che c’è una scia in bici e c’è una scia anche nella vita. Ci si accoda, si segue sempre qualcuno che fa cose per te, pensa per te, decide per te, amministra per te. Spesso è un fatto di pigrizia. Ma mettersi in scia non è delegare: è arrendersi. Invece per uscire dal pantano ci sarebbe davvero bisogno di scartare di lato e prendersi un po’ di vento in faccia. Ma non per finta. Non basta ad esempio “reppare” o riempirsi di tatuaggi per ribaltare un sistema se poi si va ospiti del Maurizio Costanzo Show a promuovere il nuovo disco. Fedez invita i no global ad imbrattare la città poi se la prende con i giornalisti 50enni perchè non hanno capito niente? Tutto già visto e sentito: le rivoluzioni non si fanno stando in scia. Si ascolti qualche disco di De Andrè così magari si rende conto che per prendere direzioni ostinate e contrarie l’età non conta. E ancora. Due giorni fa le immagini dei black bloc che hanno devastato Milano han fatto il giro del mondo. E oggi tutti si indignano. Sindaci, politici, cantautori, vip, veline con stracci e detersivo per ripulire i muri devastati di vernice. Una farsa indegna. Soprattutto quella di chi amministra perchè sono altre le cose che sarebbe chiamato a fare. E poi lo sapevano tutti che sarebbe successo ciò che è successo. Bastava girovagare un po’ sui siti antagonisti per capire qual era l’aria che tirava. Però si è lasciato fare. Anche i poliziotti hanno lasciato fare perchè così hanno loro ordinato. Dopodichè lo Stato che fa? “Si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità…”. Tutti in scia. Come sempre. Perchè è più comodo e perchè conviene.