Ma ci voleva il Giro per scoprire il Molise?
Guardi la nona tappa del Giro che da Fiuggi porta a Campitello Matese e ti sorprendi della sopresa di alcuni tuoi colleghi in redazione. Ma non sono gli scatti di Aru a cui Contador ribatte anche con una spalla lussata che li fanno sussultare. Non è il fatto che per la prima volta tra i primi c’è anche Richie Porte l’australiano che sembra un satellite lontanissimo, che non parla, sfugge e che dorme nel motorhome del Team Sky per non stressarsi troppo. Non è perchè finalmente anche “Ciccio” Rigoberto Uran è lì che se la gioca. E non è neppure la vittoria dello spagnolo della Movistar Benat Intxausti che parte saluta tutti e firma la sua seconda vittoria italiana. I colleghi sussultano e rimangono a bocca aperta davanti alle immagini dell’ Abbazia dell’Addolorata di Castelpetroso, patrona del Molise, a cui è stato dedicato questo tempio neogotico finito di costruire una quarantina di anni fa. Cartoline dal Giro, c’è anche una rubrica, che però non si spediscono solo dalle Sette cappelle di questo santuario caro ai fedeli e alle tante coppie che lo scelgono per convolare a sante nozze. Il Molise è tanto altro e di più. E molto, moltissimo non si sa. “Fuori dalle rotte” si dice in questi casi e non so se aggiungere per fortuna o per sfortuna perchè poi il turismo porta benessere ma toglie pace e tranquillità. Ma un prezzo da pagare c’è sempre. Certo è che, da Rionero Sannitico a Isernia, da Boiano a Campitello, dalle Mainarde al Matese questa è terra di grandi montagne, grandi freddi e grandi silenzi. E’ terra che non sa essere ruffiana. Di gente forte che sa ancora com’è faticoso lavorar la terra e quindi applaude chi pedala. E applaude soprattutto Davide Apollonio della Androni Giocattoli l’unico di queste parti in gara . Ma il Molise è anche il teatro romanico Pietrabbondante, sono gli scavi archeologici di Sepino, quelli sannitici di Castel San Vincenzo, sono i laghi, castelli e un pezzo di Parco Naturale d’Abruzzo che da Pizzone si arrampica fino su a Valle Fiorita. E sono sono soprattutto le montagne. Vere, ruvide, solitarie. Tutte da scoprire e molte da pedalare. Perchè questa è anche una terra per cicilisti. Ma ci voleva il Giro per scoprirlo?