Dopo il Giro arriva la pizza..
Giro è finito e il Giro continua. La città si colora di rosa anche dopo l’arrivo di domenica in corso Sempione che doveva essere per i velocisti e invece così non è stato. Si colora di rosa nei padiglioni dell’Expo, dove stamattina tra bici e tifosi sembrava di essere alla punzonatura prima della partenza di una tappa, e nei locali del centro dove la ieri scorsa era tutto un via vai di ammiraglie e di motorhome delle squadre. Così, a sorpresa in una pizzeria in piazza Duomo, arriva Alberto Contador con alcuni i suoi compagni della Tinkoff-Saxo per togliersi la voglia di una «margherita» che si portava dietro dalla partenza. Un premio meritato dopo tante rinunce e dopo tanto riso in bianco mangiato all fine di ogni tappa sui sedili della sua ammiraglia che lo riportava in hotel. Festa grande tutta colorata di rosa. Dai capelli del «Pistolero» alle mise di alcuni suoi compagni di squadra che hanno festeggiato la seconda vittoria al Giro dello spagnolo in pieno centro della città prima nel da Raschiani in via Borgospesso, dove era stato allestito uno spazio per ospitare i tifosi e seguire in diretta l’ultima tappa, e poi nella sala del teatro Manzoni dove hanno incontrato i tifosi. «Parlo un po’spagnolo e un po’ italiano e spero mi capirete- ha detto la maglia rosa- Sono felice e ringrazio tutti quelli che mi hanno applaudito sulle strade. Mi sono sentito sempre a casa…». C’erano un po’ tutti a brindare immortalati dalle telecamere di Bike Channel. I vertici della Saxo-Bank, Oleg Tinkoff in bermuda, camicia hawaiana e chioma rosa, qualche vip, Ivan Basso e gli altri della squadra, i direttore tecnici. L’applauso ad Alberto Contador è stato sincero come quello che aveva accolto la squadra e «mister» Tinkoff qualche ora prima ad Expo nel padiglione russo dove il patron del team ha fatto anche da «cavia» al campione di byke trial, Vittorio Brumotti, che prima lo ha fatto sdraiare e poi, su una bici da corsa, gli ha compiuto attorno una serie di evoluzioni. Ospiti del padiglione della Russia il ciclista di San Pietroburgo Ivan Rovny e l’allenatore Steven de Jongh. «È una grande giornata, sono molto felice, grazie a tutti» ha detto Tinkoff, che poi, scherzando sulla scenografia del bar che ricorda l’interno di un convoglio ferroviario, ha aggiunto: «Siamo andati più veloci di un treno». E sempre ad Expo in «scia» sono poi arrivati anche gli avversari di Contador e della Tinkoff. L’armata azzurra dell’Astana che ha fatto vedere i «sorci versi» al team russo sulle salite del Giro. E non solo sulle salite. Protagonista, anche nel padigione kazako, Fabio Aru insieme al presidente della Federazione Ciclistica del Kazakhistan, Darkhan Kaletayev, al general manager Alexander Vinokurov, Mikel Landa e tutti i compagni. Il «cavallino» sardo ha seguito uno spettacolo di danze popolari kazaze ma poi la musica è tornata quella delle pedivelle: «Peccato aver avuto problemi di salute all’inizio e durante la corsa – ha detto – ma se non altro mi hanno insegnato a crescere e a non mollare mai». Poi ha reso l’onore delle armi al «pistolero»: «Contador è il più forte e lo ammiro da sempre, per la sua classe e la sua umiltà, ho davvero grande rispetto per lui. E il Giro se lo è meritato». Si ritroveranno, magari anche prima di quanto si possa pensare: «Il Tour? Vedremo…Chi lo sa?» ha detto il giovane campione dell’Astana. «Vincerlo? Non scherziamno, proviamo prima a farlo…»