La bici a scatto fisso in cerca di gloria
Scatto fisso: “fissati”. Mica per dire. Basta guardarle le bici senza cambio, senza freni, nude e crude, scarne, stilose. L’essenza è tutta nelle gambe che servono per andare, per frenare, per ripartire. Fanno la differenza. I duri e puri fanno conto solo su quelle. E ti guardano storto anche (e solo) se hai quel piccolo freno centrale che può darti una mano in caso di necessità. I “fissati”, quelli veri, non fanno sconti. Nulla di nulla. La bici sono ruote, telaio, pedali, pignoni e catena. Il resto non serve. E’di troppo e non ci sono concessioni. E i fissati sono una tribù che ha i propri riti, i propri luoghi, le proprie regole. Ed ora anche le proprie gare. Per la prima volta infatti una gara di pistard urbani viene inserita nel calendario ufficiale della Federciclismo: è la consacrazione della bici a ruota fissa, fenomeno underground e ora icona globale. Si corre in un circuito chiuso e separato dal traffico, come nelle altre gare ufficiali riservate alle bici da corsa e sarà la consacrazione della ruota fissa finora ammessa solo nei velodromi. La «Urbe Criterium Race» di sabato prossimo a Roma farà uscire dalla clandestinità una disciplina che si pratica ormai da oltre dieci anni tra Milano e Roma con le Velocity organizzate dal gruppo Chaingang Rotafixa Spa, una ventina di precursori che iniziarono a usare in strada le particolarissime bici da velodromo, senza cambio e soprattutto senza freni. La disciplina, nota come «alley cat», gatto randagio, conta ormai migliaia di appassionati in Italia ed è diffusa in tutto il mondo, dagli Usa alla Thailandia, all’Oceania, al Giappone, al Messico. Ma per la prima volta nel nostro paese lo strano connubio tra i «pistard 2.0», genericamente -e ingiustamente- accomunati al mondo degli hipster tatuati e barbuti, e un’organizzazione «seria» e ufficiale come la Federciclismo si concretizza in una gara valida per fare punteggio nel carnet degli atleti tesserati, e inserita nel calendario Fci. Corse del genere sono da qualche anno apparse anche in altri paesi, molto più «ciclistizzati» del nostro nella cultura popolare moderna: come in Usa e Gran Bretagna, dove si corre -a New York e a Londra- la Red Hook Criterium. Ora dunque tocca a Roma che, con 50 atleti qualificati e con lo scenario imponente dello Stadio dei Marmi al Foro italico, entra di forza nel circuito delle Criterium, con tanto di benedizione della Federciclismo.