Nibali, Aru e il “vizietto” dell’Astana
Per divertirsi si può anche provare a fare il giochino: è più forte Vincenzo Nibali o Fabio Aru? E chi può dirlo… Possono certamente dirlo le vittorie visto che il siciliano è già tra i pochi corridori ad aver vinto tutto o quasi mentre il “cavalllno” sardo deve ancora tutto dimostrare. Ma non conta ciò. Conta la squadra. Conta l’Astana. Fabio Aru se non fosse stato lasciato solo ad arrangiarsi sul Mortirolo, se i suoi direttori sportivi avessero fatto scelte diverse, se avessero magari rinunciato ad una vittoria di tappa, probabilmente avrebbe vinto il Giro. Certo, con i se e con i ma non si fa la storia, ma spesso le tattiche di gara, scrivono il destino dei grandi Giri. E lo squadrone Astana con Fabio Aru quando doveva esserci non c’era. E non c’era neanche ieri al Tour con Vincenzo Nibali. Una caduta, una foratura, la pioggia, il vento o le gambe che forse non erano brillanti come si pensava , fatto sta che il siciliano adesso si lecca le ferite e lascia un minuto e 28 a Froome e 1.24 a Contador. Mica bruscolini…Ciò detto viene da chiedersi anche in questo caso dove fosse lo squadrone Astana. Dov’erano Westra e Boom, dov’erano quelli che in un tappa insidiosa avrebbero dovuto seguire il loro capitano come un’ombra. Forse a cercare una vittoria di tappa? Così dopo due tappe lo “squalo” si trova ad annaspare nel Mare del Nord. Il Tour è appena cominciato e, senza scimmiottare una famosa canzone, non è certo “già finito”. Però poteva davvero cominciare meglio. E all’Astana si battano un po’ sul petto…