Ghisallo, quando il triathlon si fa duro
Alla maratona di Boston c’è la collina “spezzacuore”, a Magreglio sul Ghisallo c’è quella del “diavolo”. Centro metri al 22 per cento da ripetere quattro volte di corsa, dopo aver nuotato 1500 metri nel lago ed aver scalato Pian del Tivano, Colma ed altro ancora. Però nel triathlon si corre. E oggi sulla collina del Diavolo di Magreglio in molti hanno visto la Madonna che da queste parti protegge i ciclisti e ora probabilmente dirà qualche preghiera anche per i triatleti. Bella gara questo “no limits” Bellagio-Ghisallo sulle strade che hanno fatto la storia del ciclismo mondiale e con il il patrocinio del Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo. Ben organizzata dallo staff di Renzo Straniero che ama fare la “corsa dura” come capita al Giro e al Tour quando le squadre tirano a tutta preparare la salita ai capitani. Così dopo il nuoto per i 400 ateti al via, che si sono divisi tra supersprint e olimpico, è cominciato l’assalto al Ghisallo, in una giornata che sembrava fatta apposta per far sport e per ammirare, tornante dopo tornante, la meraviglia di un lago che diventava sempre più piccolo laggiù in fondo chilometro dopo chilometro. Assalto da due fronti: dalla parte di Bellagio per la gara più corta, da Nesso fin sulla Colma per la distanza olimpica. Hanno faticato tutti, perchè da queste parti non si fanno sconti. Dal primo all’ultimo, fino all’ultimo metro di corsa sul circuito di Magreglio disegnato apposta per rendere questa gara qualcosa in più di un olimpico, al di là dei chilometri, dei watt, delle calorie spese. Numeri. Che a volte non rendono le stesse sensazioni che sono capaci di restituire il cuore e le gambe. E dopo una gara così le gambe fanno il male che devono fare perchè il triathlon, ma anche tanti altri sport, non sono mai il calcolo perfetto di ciò che si investe. A chi invece i conti sono tornati eccome sono i quattro atleti finiti sul gradino più alto del podio: Diego Montoli Corazzini ( Busto Arsizio Arc) e Michela Girgi (Ironlariotriathlon) che rispettivamente in 55 minuti e in 1h.07’58” hanno messo dietro tutti nella prova superspint e Rand Cooper ( DDs) e Elena Mauri (Rho Triathlon Club) che in 2h26’22” e 2h53’40” hanno vinto la prova olimpica. “Una giornata bellissima di sport, il lago di Como è uno scenario meraviglioso- ha detto alla fine “patron” Straniero– La sorpresa neozelandese Rand Cooper ci ha fatto molto piacere e mi ricollego a quello che ho detto alla vigilia: questa potrebbe essere una gara di interesse mondiale!”. Però bisogna chiudere le strade al traffico. Si vedrà.