Russia sospesa, fino a quando?
Pagano tutti gli atleti russi. Indiscriminatamente. E magari, (sottolinenando bene il magari) qualcuno non c’entra proprio perchè, se è vero che la storia ci ha sempre raccontato di un doping come pratica di Stato oltrecortina, è anche vero che qualcosa negli ultimi anni è cambiato. Ma poco importa. La Iaaf, l’associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica ha deciso di sospendere a tempo indeterminato la Federazione atletica russa e la pena, provvisoria, cancella l’atletica russa da tutte le competizioni internazionali con effetto immediato e potrebbe comportare l’esclusione di atleti russi dai Giochi Olimpici di Rio. Perfetto. Due cose però vanno sottolineate. La prima e che la pena è provvisoria e l’altra è che tutti i verbi vengono non a caso coniugati al condizionale. Così mentre il preseidente della Iaaf Sebastian Coe racconta che”La decisione di sospendere la federazione russa in via provvisoria, senza scadenza, è la più dura sanzione che si poteva prendere in questo momento”, dall’altra il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) Thomas Bach si dice certo “Che le iniziative proposte dal Comitato olimpico russo faranno sì che gli atleti puliti potranno partecipare alle Olimpiadi». Insomma, la situazione in qualche modo verrà ricomposta. Anche perchè la Russia non è un Paese abituato a starsene con le mani in mano. E infatti dopo che sono già “rotolate” le prime l’operazione trasparenza prosegue a passo veloce. Stamattina in un vertice a Losanna in Svizzera il numero uno del Comitato Olimpico russo Alexander Zhukov ha informato Bach che «al fine di garantire la partecipazione degli atleti russi puliti alle Olimpiadi di Rio, coordinerà tutti gli sforzi in Russia al fine di rendere la Rusada (l’agenzia antidoping russa), il laboratorio antidoping di Mosca e la federazione di atletica russa conformi al codice Wada e a tutte le norme antidoping internazionali nel più breve tempo possibile. Chiunque venga riconosciuto colpevole per l’uso di sostanze illecite o chiunque lo abbia facilitato o sia stato complice verrà punito. Gli atleti puliti andranno alle Olimpiadi di Rio”. E per non perdere tempo domani è stata già fissata una riunione d’emergenza nella sede del ministero dello Sport russo, dove il titolare del dicastero, Vitali Mutko, incontrerà i dirigenti della Federatletica russa. E c’è da scommetterci che non sarà proprio una rimpatriata. Chi invece ha perso una buona occasione per starsene in silenzio magari anche questa volta è Alex Schwazer: «Mi avevano promesso: se diventi russo sarai piu veloce- ha raccontato il marciatore altoatesino a Novella Calligaris che lo intervistava per Rai News – Ho saputo un pò di cose, l’ho detto prima a Bolzano poi al Coni e poi all’Usada. Per far parte del loro gruppo dovevo cambiare anche passaporto, mi dicevano che da loro avrei trovato tutto. Certe cose sono assurde. Sconfiggere il doping in assoluto forse sarà impossibile, ma bisogna far capire che senza doping si va forte lo stesso. Mi auguro che i colpevoli siano puniti e che la federazione o la Wada, e comunque chi dovrà decidere, siano rigidi». Ma al di là del fatto che ormai l’azzurro è spesso in vetrina in questo suo mediatico percorso di redenzione, le sue parole non arrivano per caso, il tornaconto c’è. “Su Alex c’è stata una decisione di tipo politico fino ad oggi – ha sottolineato il suo preparatori, il professor Sandro Donati – Alla luce di quello che è accaduto credo sia doveroso riprendere in esame la collaborazione che lui ha dato alla procura di Bolzano ritenuta importante e significativa. Uno sconto di squalifica? Verrà fatta questa richiesta, la situazione eccezionale c’è”.