Anche lo sport è sotto tiro
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I kamikaze che si fanno saltare allo Stade de France la sera scorsa durante Francia- Germania saranno una di quelle immagini che purtroppo resteranno sui libri di storia. Come tante altre. Lo sport dovrebbe essere sempre una festa ma in realtà non è così e spesso i grandi appuntamenti sono stati funestati da attacchi terroristici, dai Giochi olimpici di Monaco del 1972, alle bombe di Boston del 2013, fino ai fatti di Parigi quarantott’ore fa. Una lunga scia di sangue che ha segnato la storia degli ultimi 50 anni. E’ il 1972 quando l’organizzazione “Settembre Nero” fa irruzione all’interno del villaggio olimpico negli alloggi destinati agli atleti israeliani uccidendo subito due atleti che tentano di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele. E’ il caos. Si prova a trattare poi viene deciso il blitz della polizia tedesca che finisce in una carneficina con la morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque attentatori e di un poliziotto tedesco. Passano quasi 25 anni prima che lo sport finisca ancora nel mirino degli estremisti. E’ il 15 giugno del 1996 quando in a Manchester, alla vigilia di una partita degli Europei di calcio, l’Ira, il paramilitare esercito repubblicano irlandese, fa esplodere un’auto bomba che fa più di 200 morti. Una strage. E’ l’Ira stessa a chiamare Sky television per annunciare l’esplosione rivendicandola come ritorsione per l’esclusione del Sinn Fein, il partito politico dell’Ira, dai colloqui di pace per l’Irlanda del Nord. Sempre in quell’anno ad Atlanta un attentato macchia di sangue le Olimpiadi. é il 27 luglio quando al Centennial Park dove cinquantamila persone stanno assistendo ad un concerto degli “Heart attack” per l’inagurazione dei Giochi, all’improvviso un ordigno rudimentale con viti e bulloni esplode e lascia per terra oltre 100 feriti. Anche due morti, un cameraman turco di 34 anni e una donna americana di colore di 44 anni. A rivendicarlo sono gli appartenenti al movimento “Supremazia bianca” gli stessi che avevano messo in peipdi un piano per uccdiere Barack Obama. Il responsabile dell’attacco, Eric Robert Rudolph, viene arrestato nel 2003 e condannato al carcere a vita. Siamo nel 2002 invece quando prima del “classico” Real Madrid-Barcellona che quela volta vale la semifinale di Champion si scatena il panico per un attentato dell’Eta. I terroristi dei baschi dell’Eta fanno esplodere un ordigno vicinissimo al Santiago Bernabeu che fa 17 feriti. Otto anni dopo invece i morti sono tre e i feriti gravi sette. E’ l’6 gennaio del 2010 quando al confine tra Congo e Angola il bus su cui viaggia la nazionale in Togo che deve partecipare alla Coppa d’Africa di calcio viene attaccato a colpi di mitragliatrice dai ribelli dell’enclave di Kabinda. Sono venti minuti di terrore che lasciano sul campo due giocatori e un dirigrenti della nazionale africana. Dal calcio alla maratona. Ad aprile del 2013 e la 42 chilometri di Bostona a finire nel sangue. Due bombe lasciato a terra a pochi metri dal traguardo tre morti e oltre 200 feriti. I responsabili dell’attentato sono due fratelli ceceni che vivevano negli Stati Uniti. Tamerlan Tsarnaev viene ucciso dopo aver ucciso una guardia di sicurezza pochi giorni dopo al termine di un inseguimento in auto, mentre il fratello Dzokhar Tsarnaev viene trovato gravemente ferito in un nascondiglio. Nel maggio 2015 è stato condannato a morte, ma il suo avvocato ha presentato ricorso. Due giorni fa l’esplosione che gela gli spettatori allo Stade de France. Resteranno nella storia le immagini dei tre kamikaze. Ma nella storia resterà sopratttutto il coro di quei tifosi che nel tunnel lascia lo stadio cantando la marsigliese.