Si muore di smog e tassiamo le bici
Dovrebbe essere finito il tempo delle chiacchiere. Dovrebbe essere finito il tempo dei compromessi, delle decisioni compiacenti che chi amministra spesso prende per non scontentare chi l’ha votato o chi potrebbe votarlo. L’inquinamento atmosferico soprattutto per chi vive nelle città del nord e’ un problema serio che deve essere affrontato anche con scelte impopolari. C’è un interesse di salute da tutelare e va fatto. Quindi vanno fermate le auto che inquinano, vanno fermati camion e furgoni che hanno motori di trent’anni fa, vanno messi a norma bruciatori e caldaie ma con controlli seri sui fumi, vanno fatte scelte alternative sul trasporto che non può essere solo su gomma. E altro ancora si potrebbe fare .Perché tutto ciò va fatto subito? Perché L’italia è il Paese dell’Unione europea che segna il record del numero di morti prematuri rispetto alla normale aspettativa di vita per l’inquinamento dell’aria. La stima arriva dal rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea): il Belpease nel 2012 ha registrato 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491mila a livello Ue. Tre i ‘killer’ sotto accusa per questo triste primato. Le micro polveri sottili (Pm2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono, quello nei bassi strati dell’atmosfera (O3), a cui lo studio attribuisce rispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti premature in Italia. Il bilancio più grave se lo aggiudicano le micropolveri sottili, che provocano 403mila vittime nell’Ue a 28 e 432mila nel complesso dei 40 Paesi europei considerati dallo studio, L’impatto stimato dell’esposizione al biossido di azoto e all’ozono invece è di circa 72mila e 16mila vittime precoci nei 28 Paesi Ue e di 75mila e 17mila per 40 Paesi europei. L’area più colpita in Italia dal problema delle micro polveri si conferma quella della Pianura Padana, con Brescia, Monza, Milano, ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livello Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria. Ora di certo ci sarà chi avrà modo e maniera di interpretare anche questi dati. Di infarcirli di se, di ma, di fare come si dice sempre dei “distinguo”. Ci sarà chi parlerà di terrorismo ambientale e di inutili allarmismi. Può darsi. Certo e che più che tanti incontri, tavole , conferenze mondiali e globali sul clima forse basterebbe il coraggio di fare scelte più semplici e concrete già domattina. Poi però leggi che c’è qualcuno in Parlamento che per far quadrare i conti sta prendendo in considerazione l’ipotesi di targare e bollare anche le bici e allora ti cadono le braccia. E pensi che forse questo e’ un mondo che gira al contrario.