“Giù le mani dalle bici”
“Giù le mani dalle bici…” è già diventato il grido di battaglia di chi pedala. Altro che bollo e targa. E a giudicare dal coro di reazioni che hanno travolto l’ipotesi di emendamento al Codice della Strada proposta dal senatore del Pd Marco Filippi che prevede tassa e identificazione dei veicoli a pedali sarà il caso che chiunque abbia in testa di “spremere” anche il popolo dei ciclisti dovrà pensarci bene. E infatti anche le dichiarazioni fatte dal senatore pidiessino poche ore dopo essersi reso conto che forse era il caso di correggere il tiro, sanno già di retromarcia: “L’ emendamento che abbiamo proposto- ha spiegato Filippi– varrebbe solo per le attività commerciali, tipo i risciò…». Certo, sicuramente sarà così, anche se non si capisce bene quale sia mai l’interesse a “bollare” i risciò, che in tutta Italia saranno a dir tanto qualche centinaio, oppure panettieri o bike messengers. Sembra più una palla in calcio d’angolo in attesa che si calmino le acque. Che invece sono agitatisime soprattutto dopo che nei giorni scorsi sono stati pubblicati i dati del nuovo Rapporto Europeo sull’ambiente che vede in Italia e in Pianura padana il record di morti premature cusate da polveri sottili e smog. “Con il primato negativo per l’Italia di un sesto delle morti premature per smog in tutta Europa, il nuovo rapporto europeo sullo stato dell’ambiente evidenzia quali devono essere le priorità per le politiche ambientali – spiegano Edoardo Croci e Marco Cappato, rispettivamente presidente e Segretario di Milanosimuove -La Pianura Padana risulta in particolare l’area più critica d’Europa per mortalità attribuibile alle polveri fini. In questa situazione Regione Lombardia e Comune di Milano devono mettere in atto misure più incisive. Non è pensabile che il Pums, il piano per la mobilità sostenibile del Comune rinvii al prossimo decennio l’allargamento di Area C e la linea M6 della metropolitana. Per questo oltre alla realizzazione di quanto previsto dai 5 referendum approvati nel 2011, ci prepariamo a raccogliere le firme per 4 nuovi referendum, questa volta vincolanti”. Non perdono tempo. E fanno bene, vista l’aria che tira ( in tutti i sensi) l’unica cosa da non fare è aspettare. Aspettare ad esempio che una proposta di emendamento illogica e antistorica magari passi sotto silenzio e diventi ciò che non dovrebbe diventare. Così la “bici non si tocca” è già diventato sui social un hastag e il grido di battaglia di tutti i ciclisti italiani. Decine e decine di messaggi che, in poche ore, hanno messo sotto tiro il ddl 1638 (già approvato in prima lettura alla Camera nell’ottobre 2014 e ora in discussione in commissione Lavori pubblici al Senato) e l’emendamento 2.13 del senatore Filippi che prevede l’introduzione di un’idonea tariffa per i proprietari di due tipi di veicoli: le motoslitte, e “le biciclette e i veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone, individuando criteri e modalità d’identificazione delle biciclette stesse nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali ed il personale”. Una “idonea tariffa” che , dati alla mano e visto il numero di ciclisti in costante aumento nel nostro Paese ( da tre anni si vendono più bici che auto), Camera e Senato ci metterebbero un amen a trasformare in una “formidabile” fonte di prelievo per far cassa. C’è da scommetterci, altro che risciò e panettieri….