12009804_535025059994980_797506682257378033_nSe il buongiorno si vede dal mattino il 2106 di Alessandro Degasperi si può già dire che sarà un buon anno, ovviamente facendo tutti gli scongiuri del caso. Cominciare una stagione con un vittoria è sempre qualcosa che  fa ben sperare. Ma cominciare vincendo il Lanzarote il duathlon international al Club La Santa  è qualcosa in più di un buon segno. Perchè tra Degasperi l’Isola della Canarie il feeling è totale e perchè qui, pochi mesi fa, l’atleta della val di Fiemme ha scritto una pagina importante per il triathlon e lo sport italiano vincendo l’Ironman più duro e più affascinante del circuito. Ora si ricomincia. Si ricomincia proprio partendo da Lanzarote dove l’azzurro è da un paio di settimane in preparazione cercando ciò che dalle sue parti non può trovare e cioè una primavera fuori stagione  e le temperature miti che gli permettono di nuotare all’apert e allenarsi in bici e non con gli sci. Si ricomincia quindi  preparando una stagione che a 35 anni deve essere quella della conferma per un campione che spesso è stato fermato e rallentato dagli infortuni. E che però con tenacia è sempre ripartito. Da Lanzarote si riparte quindi anche quest’ anno come sempre guardando a Kona ma da una prospettiva diffrente. E si riparte con una vittoria che sembra quasi un segno del destino…

Dopo l’Ironman primo anche nel duathlon.Qui lei vince sempre ormai…
“Sì ma questa era una gara di inizio anno. E poi più  facile.  Uno sprint nel club la Santa con gente del posto e qualche turista anche se alla fine è stata un gara tirata e vinta negli ultimi metri. Comunque con l’Ironman non c’entra nulla”
Però sembra un segno del destino…
“Diciamo che quest’isola mi porta bene”
Vincere qui è una consacrazione?
“No, vincere qui è difficile perchè ci sono salite toste e perchè il vento può fare la differenza. Per le consacrazioni c’è ancora tempo…”
Magari  alle Hawaii?
“Sì certo Kona resta un mio obbiettivo,  come per tutti d’altronde. Gareggiare alle Hawaii significa avere la possibilità di confrontarsi con i migliori atleti al mondo in questa specialità. Uno stimolo enorme”
Cambierebbe una partecipazione a Kona con una partecipazione olimpica?
“Sono due grandi competizioni ma non si possono raffrontare”
Lei i Giochi di Pechino però li ha sfiorati…
“Sì, c’ero quasi, poi mi ha fermato un infortunio. Sono caduto in bici durante una gara di winter triathlon ed è finita lì…
E il rimpianto è rimasto
“Sì, forse sì. Ma ora non ci penso davvero più. Ora penso alla finale di Kona”
E quest’anno ci pensa sul serio, forse più degli anni scorsi
“Quest’anno vengo da una delle mie annate migliori con la vittoria a Lanzarote e il terzo posto a Zurigo. Le sensazioni sono buone perchè soprattutto nel nuoto sono riuscito a mogliorare molto. A marzo correrò un 70.3 a Buenos Aires in preparazione dell’Ironman del Sudafrica ad aprile. Poi faremo i conti”
E speriamo che tornino…
“Se in Sudafrica andrò particolarmente bene, e sottolineo particolarmente bene, potrebbe già essere sufficiente così. Altrimenti potrei anche pensare di tornare a correre a Lanzarote oppure all’Ironman di Nizza”
Degasperi, Fontana, Passuello ormai c’è parecchio azzurro nel triathlon lungo a livello mondiale. Ma ci siete solo voi?
“Assolutamente no. Senza far nomi ma c’è un bel movimento che cresce anche se alle lunghe distanze è giusto arrivare in età più matura. Il triathlon azzurro può contare su un’ottima truppa di giovani anche se è ovvio che a vent’anni non si può pensare di correre sulle lunghe distanze, non si può pensare di fare gare di otto ore”
L’Italia c’è insomma?
“Sì l’Italia c’è”
Forse deve crescere un po’ nell’organizzazione delle gare?
“Io corro molto all’estero. Però credo che non siamo così indietro rispetto agli altri soprattutto per quando riguarda la sicurezza e il rispetto dei regolamenti. Anzi”
Cosa è cambiato da quando 20 anni fa lei ha iniziato a gareggiare?
“C’è stata un’evoluzione strana. Nei primi anni  una crescita veloce di atleti e pubblico poi una frenata con molte gare che sono scomparse. Ora mi sembra che si stia riprendendo anche con il traino delle gare lunghe come i 70.3. E il segnale lo si vede dai tempi delle iscrizioni. Qualche anno fa ci si poteva iscrivere anche negli ultimi giorni ora bisogna decidere in fretta…”
E’un fatto d moda?
“Anche, ma non è una cosa negativa…”
All’arrivo dell’Ironman di Lanzarote c’è una foto che la ritrae con sua moglie e suo figlio…
“Si, quando posso li porto sempre con me”
Allenamenti, famiglia, fortuna in che ordine li mette?
“La famiglia per me viene prima di ogni cosa mi dà tranquillità, mi rasserena ed è stata fondamentale nella mia carriera visto che mi sono sposato giovane ed ho avuto un figlio molto presto”
Poi?
“Poi il resto. Serve allenarsi ma serve anche fortuna perchè a volte basta un niente  per compromettere tutto”
Quando Alessandro Degasperi non gareggerà più cosa farà?
“A volte ci penso ma credo che non sia ancora il momento. Sono arrivato a correre sulle lunghe distanze  da poco e credo di avere ancora molto da dare. Diciamo che devo ancora diimotrare qualcosa e penso di poterlo fare”
A cominciare da aprile in Sudrafrica?
“Si quello è un appuntamento importante”
Un bivio per Kona?
“Può essere…”