Il triathlon estremo? Non è una moda
Come se non bastasse la fatica che già si fa. Come se non bastasse la durezza di certi percorsi. Come se le correnti in acqua, le salite in bici, le rampe in corsa fossero linfa per i miscoli che non aspettano altro per mettersi alla prova. Come se non bastasse tutto ciò, quest’anno la moda del triathlon pare sia diventata quella di osare ancora un po’ di più. Tanto per non farsi mancar nulla. Moda, sfizio, sogno o follia, c’è sempre un punto di vista. E queste sono gare che ognuno mette nella propria casella mentale archiviandole come meglio crede, con un alibi o con un pizzico di invidia per chi ha il coraggio di cucirsi addosso un pettorale. Dal Norseman in Norvegia, al Celtaman in Scozia all’Escape From Alcatraz in California ci sono sfide di triathlon che sono però anche un’altra cosa. Sono il sogno che uno ha, sono la voglia irrefrenabile di togliersi lo “sfizio” perchè adesso o mai più e soprattutto “perchè no?”Ma soprattutto sono la voglia di dimostrare solo a se stessi che si poteva fare. Che basta volere. Da noi qualcosa c’era già. Da anni in Val Tidone si corre un triatlhon ( e si corre anche quest’anno il 4 di giugno) che se non è estremo poco ci manca, un triathlon dove i migliori arrivano al traguardo più o meno in nove ore. E non vanno piano. Tre chilometri nelle acque verdi della Diga del Molato, 157 in bici e 28 di corsa per un dislivello che va oltre i 3500 metri in una natura dove la fatica può anche sublimarsi e diventare meditazione. Gara dura, anzi durissima ma affascinante e bella perchè quasi fuori dal tempo. Ma evidentemente non bastava. Così in questo 2016 l’asticella si alza ancora un po’. “Ho sempre sognato di partecipare al Norseman ma per un motivo o un altro non ce l’ho mai fatta e allora ho pensato di organizzarne io uno uguale dalle mie parti….” mi aveva detto quache mese fa Francesco Uberto, 41 anni imprenditore, triatleta con diversi Ironman alle spalle, che fa parte dello staff dello Stoneman, che il 9 luglio si correrà in Valcamonica tra lago d’Iseo, Ponte di Legno, Gavia, Mortirolo e Passo Paradiso. Che si fa fatica anche a scriverlo. Però, come dice quel proverbio che parla di diavoli, pentole e coperchi, Uberto non aveva fatto i conti col fatto che, organizzandolo, al suo triathlon non avrebbe potuto partecipare. E allora ha pensato bene di iscriversi a quell’Icon Extreme organizzato da Eco-Race (che dovrebbe essere la concorrenza ma questi sono dettagli assolutamente trascurabili…) che sabato tre settembre partirà da Livigno e dopo 5000 metri di dislivello, dopo essersi arrampicato sulla Forcola, sul Bernina e sugli epici 48 tornanti del Passo dello Stelvio tornerà a Livigno per terminare la maratona con i 9 km di salita a Carosello 3000. E se come ripete spesso Daniel Fontana un gara full distance non è una gara ma un romanzo tutto da vivere e raccontare in questo caso è ancora qualcosa di più. E cos’è e cosa sarà lo scrive bene Matteo Annovazzi, uno degli organizzatori, sulla sua bacheca di facebook: “Qui scoprirai che l’importante non sarà saper nuotare, pedalare o correre molto bene, ma saper trovare la tua strada; il tuo modo per arrivare lassù, in cima …”. Frasi fatte? A prima vista potrebbe sembrare di sì perchè c’è un po’ di mondo che a volte si specchia si compiace dietro queste gare. In realtà la scelta è un’altra. Anche perchè ci si può compiacere per un po’ ma poi c’è veramente tanto tempo e tanta strada per pentirsi. Quindi chi parte per un estremo quasi sempre ha un conto in sospeso e qualcosa da dimostrare solo a se stesso. Mesi fa prima di partire per l’Africa per una avventura incredibile che l’ha visto nuotare per 50 chilometri nell”Oceano e, dopo 27 maratone in 27 giorni, salire e scendere dal Kilimangiaro come nulla fosse, Danilo Callegari aveva risposto a chi gli faceva notare che gli atleti estremi hanno una vena esibizionistica senza troppi giri di parole:”Io non devo dimostrare nulla a nessuno. Faccio questo per me stesso, perchè questa è la mia vita…”. E vale per tutti. Anche per chi in questo 2016 si metterà i pettorali per sfide che sembrano follie. Per sfide in cui bisogna avere coraggio solo a pensarci….