La bikeconomy? Conquisterà le città
“Le grandi città per il ciclismo sono un megafono fantastico. Benvengano quindi le corse cittadine…». Gianluca Santilli, con la bici ha un rapporto speciale. E non solo perchè è il responsabile del settore amatoriale della Federazione italiana e perchè è l’organizzatore della Granfondo ciclistica di Roma, una gara che a ottobre ha portato al via oltre cinquemila appassionati. Santilli è anche uno che pedala (forte dicono) e che ha gareggiato in un numero infinito di corse in Italia e all’estero. Quindi sa perfettamente quale sia il valore degli eventi ciclistici nelle grandi città e quali siano le potenzialità di un movimento. «Esatto- chiarisce subito- è giustissimo parlare di eventi ormai. Di gare e granfondo dove gli amatori si dannano l’anima per arrivare al traguardo prima del compagno di squadra o dell’amico rivale prendendo rischi assurdi oggi ce ne sono già tante. Nelle città il discorso è completamente diverso. Deve essere completamente diverso». E che il discorso sia di tutt’altra dimensione si capisce dai numeri. Da diversi anni in Italia si vendono più bicilette che auto e oggi ci sono più o meno centomila amatori iscritti alla federazione a fronte di due milioni di ciclisti che pedalano per fatti propri: «Sono un bacino immenso che deve essere intercettato e di cui molte granfondo agonistiche non si accorgono neppure- spiega l’avvocato Santilli– Il ciclismo non è solo competizione ma è diventato anche lo sport ideale per chi guarda al proprio benessere e alla propria salute e gli eventi cittadini sono la scorciatoia perfetta per spiegare alle amministrazioni quale deve essere il ruolo della ciclomobilità e del cicloturimo, un circuito virtuoso che in Europa tra vendita di bici, progetti di mobilità ed eventi muove circa 200 miliardi…». E’ la bikeconomy che ci vede ,come spesso capita un po’ in ritardo, ma che comincia a suscitare interesse anche dalle nostre parti. Anche perchè intorno al ciclismo ci sono tante aziende che si muovono e non solo quelle che vendono bici ma anche accessori, abbigliamento, turismo: «Le città sono il posto perfetto dove fare promozione- spiega il responsabile del settore amatoriale della Fci- Per spiegarlo faccio sempre l’esempio dei minatori del Sulcis che se devono protestare non lo fanno in sardegna ma vengono davanti a palazzo Chigi. Per il ciclismo vale la stessa rergola, magari è un po’ difficile arrivarci come è successo per noi con la Granfondo di Roma perchè chi amministra ancora non si rende conto dell’opportunità che offre questo settore. All’estero sono più avanti di noi. A Londra, dove si corre una delle granfondo più partecipate, non lo fanno per sola passione e per sentirsi trendy: la granfondo per ogni strelina investite nerende alla città tre. E si fa presto a far due conti…». Per mettersi a ruota però le città devono pensare in grande. Roma lo sta facendo e in pochi anni ha raddoppiato gli iscritti alla sua gara che in realtà sono diventate tre, una pedalata amatoriale di 50 chilometri verso i Castelli aperta a tutti e una «Imperiale» che raccoglie gli appassionati del ciclismo vintage, che stanno diventando un fenomeno nel fenomeno. «Milano ha le stesse potenzialità- spiega Santilli- ma è necessario pensare in grande e presentare alle amministrazioni format che siano di livello….». Le granfondo quindi si preparano a fare il salto di qualità. Non più solo terreno di caccia per agonisti un po’ fissati o ex professionisti in cerca di gloria e denari ma contenitori capaci di catturare un popolo che pedala per il gusto di pedalare. «Come Federazione abbiamo messo un po’ di paletti- spiega Santilli- Per quanto riguarda Roma poi è entrata nella Wace, la World Association of Cycling Events, che raccoglie le gare più importanti al mndo: da Londra a New York a Città del Capo, dalla Vattern Rundam in Svezia all’etape du Tour in Francia». La via è tracciata, basta pedalare…