In bici sulle “vie” dei treni
Gli esempi sono tanti. E si spera diventino sempre di più perchè dove passava un treno e oggi non più, si possono fare anche tante altre cose. Ferrovie dimenticate, rami secchi si dice oggi dove tutto ha un prezzo e soprattutto un costo. Chissà in quante altre parti d’Italia passavano treni che oggi non ci sono più, non arrancano più, non sferragliano più. Oggi i treni si chiamano Frecce, hanno nomi veloci e viaggiano veloci. Così veloci che non ti danno più neppure la possibilità di guardar fuori, di capire dove sei o che pezzo di Italia stai attraversando. Passava un treno anche sulla vecchia ferrovia che da Spoleto andava fino a Norcia. Prima forse a gasolio, una vecchia littorina, poi su una linea elettrificata. Salite, discese, viadotti, gallerie, piccole stazioni, passaggi a livello. Il treno non c’è più ma tutto il resto si’ e oggi è un piccolo paradiso da godere in bici. La ciclabile che taglia in due un pezzetto di Umbria e, ‘ per chi ama sentire scrocchiare la breccia sotto le ruote , un’esperienza che gratifica i sensi. E’ la prova che , quando si vuole, anche nel nostro Paese si riesce ciò che neppure si immagina. Così una cinquantina di chilometri di vecchia ferrovia diventano la pista ciclabile dei sogni. Si sale lentamente, senza fretta e senza sentir rumori se non il grugnire di qualche cinghiale, si sale in un continuo susseguirsi di viadotti e vecchie gallerie, tirate a lucido e rimesse in sicurezza su una strada di ghiaia bianca battuta e accompagnata da una elegante staccionata di legno. E’ Umbria ma potrebbe essere Austria, Tirolo, Dolomiti. E non c’è nulla da invidiare- E’ Umbria ma potrebbe essere tante altri parti. Come lungo la ” Transiberiana d’Italia”, la storica e suggestiva tratta Sulmona-Carpinone-Isernia che unisce Abruzzo e Molise, dagli altopiani abruzzesi alle montagne del parco nazionale della Majella, come la Verona-Peschiera- Mantova, la Agrigento-Porto Empedocle, la Palermo-Agrigento, la Cagliari-Carbonia, e la Milano-Varallo Sesia. Sono soltanto alcune delle ferrovie di una volta del nostro Paese che con la Giornata nazionale delle “Ferrovie Non Dimenticate” tornano a vivere. L’evento, giunto alla nona edizione e organizzato dalla Confederazione della Mobilità Dolce (Co.Mo.Do.) – cui aderisce Legambiente – quest’anno si è presentato con due novità: la prima è che non sarà più una singola giornata ma un intero mese dedicato alla mobilità sostenibile, dal 6 marzo al 6 aprile, e un programma che spazia in tutta Italia dai viaggi sui treni storici alle escursioni a piedi o in bicicletta; la seconda è nel cambio del nome che da “Giornata delle ferrovie dimenticate” diventa “non dimenticate”. Uno degli esempi è proprio la Transiberiana d’Italia, che ha aperto l’appuntamento di quest’anno: lunga 128,7 km e inaugurata nel 1897 per mettere in collegamento la capitale meridionale, Napoli. Tra i tanti eventi, il mese giungerà a conclusione con la ’Quarta Maratona Ferroviarià da Palermo a Bagnoli per portare l’attenzione sui servizi ferroviari del Mezzogiorno. In Calabria, il 9 aprile a bordo de ’Il treno verdè di Legambiente in sosta a Cosenza, si parlerà del futuro della ferrovia della Sila. «Le Ferrovie non dimenticate – dichiara Alessandra Bonfanti di Legambiente – rappresentano un importante patrimonio nazionale paesaggistico e culturale che merita di essere valorizzato e sono un’opportunità preziosa per avviare e incentivare una riconversione sostenibile all’insegna di un turismo di qualità”