Bici, in sella come in F1
Gira la sella, la appoggia deciso sul grande tavolo delle riunioni dove alle pareti sono appese le maglie firmate di Contador, Sastre e Cancellara e con una certa soddisfazione un po’ ti sfida: “Provi, spinga…”. E tu provi, quasi certo che sia tutta una manfrina da perfetto venditore. E invece spingi e la sella resta lì, come incollata al piano lucido del tavolo tra pc, carte e un paio di chiavette usb dove oggi vengono compresse le cartelle stampa. Non va. Spingi e non va. Allora guardi come se ti si fosse improvvisamente parato davanti il mago Dynamo, quello che fa le magie strada per strada, e cerchi di capire dove sta il trucco “Nessuno trucco- spiega sorridente Salvatore Truglio, brand manager di Prologo, l’azienda di Busnago che da ormai una decina di anni produce selle per bici da corsa- Non c’è trucco, la sella resta lì perchè a impedirle di scivolare è questo Cpc, una soluzione ad alta tecnologia che permette di realizzare dei supporti che assorbono le vibrazioni e garantiscono stabilità nell’appoggio». Truglio la fa facile, ma così non è. Il connect power control è una vera e propria rivoluzione che, grazie ad una serie di coni polimerici che agiscono da microventose permette ai ciclisti di pedalare mantenendo la posizione aerodinamica o più comoda senza scivolare. E’ lo stesso materiale che usano per rivestire i sedili dei bolidi di Formula uno. Sembra plastica ma in realtà sono microventose che con il peso dell’atleta si dilatano e si attivano funzionando da perfetto antislide. Così si può continuare a spingere sui pedali anche in condizioni di massimo sforzo senza spostarsi di un millimetro. «Sì, questo è un aspetto ma c’è dell’altro- spiega Truglio– Grazie ad un test, che sono in grado di fare tutti i rivenditori dei nostri prodotti, valutiamo la conformazione del bacino di ogni atleta, per capire quale siano la flessibilità e la capacita di rotazione e quindi calcoliamo attarverso un algoritmo riportato su un pc qual è il tipo di sella che meglio gli si adatta valutando peso, età e quante volte si allena in una settimana». Così dopo le bici su misura arrivano anche le selle su misura. E cambia radicalmente anche la concezione di un “accessorio” che fino a qualche anno fa veniva considerato appunto un accessorio ed oggi è invece strumento integrante del gesto atletico e della prestazione. Così la sella è finita in laboratorio, sulle scrivanie degli ingeneri, nelle aule del Politecnico di Milano che con Prologo ormai collabora da qualche tempo. Da Cancellara a Contador, da Basso a Sagan a Marco Aurelio Fontana nella mtb, da Sebastian Kienle nell’Ironman a Giulio Molinari che due anni fa ha vinto il titolo europeo di mezzo ironman, sulle selle Prologo pedalano in parecchi:”Per noi il rapporto con squadre e campioni è fondamentale- spiega Truglio– Da Tinkoff a Sky, dalla Lampre alla Cofidis alla Cannondale ciò che ritorna dalle loro esperienza in gara e in allenamento sono informazioni importantissime per i nostri ingegneri e per lo sviluppo dei nostri prodotti. Le nostre selle vengono progettate nei laboratori italiani qui, a Torino e in Veneto poi prodotte grazie alla collaborazione con Velo e quindi di nuovo qui da noi per i test e lo sviluppo”. Strada, cronometro, triathlon, mountainbike, se prima c’era una sella buona per tutte e stagioni ora la specializzazione è massima e non è detto che presto si arrivi anche a selle studiate tappa per tappa, che forse un po’ è gia così: “La nostra sella da crono- racconta Truglio– è nata anche grazie ai consigli di Cancellara. Cercavamo un prodotto di massima performance e che permettesse all’atleta di tenere una posizione più avanzata per più tempo possibile in condizioni di confort quasi fosse sospeso. Così è nata una sella più corta, con un naso più generoso e con un sistema di antislittamento che poi abbiamo portato anche sulle altre produzioni”. Prologo si chiama così perchè è l’inizio di un’impresa, ma anche perchè nei grandi giri è la tappa d’inizio e la “q”stilizzata che appare su tutti i prodotti altro non è che l’immagine un cronometro. Dal 2007 anno in cui venne lanciata la sfida con la «choise» che permetteva con una piccola operazione di sostituire la parte superiore, rendendola più morbida, più dura o meno sdrucciolevole, sono passati solo nove anni. «Ma sembra un’eternità- conclude Truglio- La ricerca va veloce e noi proviamo a tenere il passo. la sfida adesso è mantenere altissime prestazioni e confort diminuendo il peso e la Zero c3 che presenteremo a settembre a Eurobike va in questa direzione. Ma stiamo già studiando come migliorarla…»