Milano marathon tra record e “legnate”
La sfida, per quelli che corrono sul serio, è fermare il cronometro prima delle 2 ore 7 minuti e 17 secondi. Che vorrebbe dire portare la Milano Marathon sul gradino più alto delle maratone più veloci mai corse in Italia. E a farlo ci proveranno soprattutto i keniani del team Rosa, Kenneth Mungara primo lo scorso anno e Martin Lel, un mito della maratona due volte primo a New York, tre a Londra. <In quanto correrà? Non so dipende da come si è allenato- spiega Gabriele Rosa, il prof che lo ha scoperto e lo ha lanciato nel mondo della grandi corse- Se è in forma e sta bene può correre ancora in 2 ore e 5. Vedremo domani…”. I due correranno per le strade della città in un percorso rivisto e corretto per renderlo il più filante, senza asperità, con qualche curva in meno e soprattutto con 200 metri di pavè «tagliati» rispetto all’anno scorso. Una gara che si annuncia veloce anche per le donne con le telecamere di Fox Sports puntate su Maria McCambridge e Recho Kosgei che dovrebbero far gara praticamente da sole, anche se in maratona non si sa mai. E fin qui i campioni. Ma non sarà una maratona solo per loro: saranno in 20mila a sfidare la fatica e più della metà parteciperà alla staffetta che come ogni anno è ormai semmpre più gara di solidarietà con la raccolta fondi a favore delle principali onlus nazionali. Madrina d’eccezione quest’anno è l’ex campionessa iridata nel salto in alto, la croata Blanka Vlasic, altissima, elegantissima e fotografatissima. Lei con la maratona non c’entra, si capisce al volo che il suo è un altro mondo. Però le tocca: «Non ho mai corso la maratona e non è certo l’allenamento giusto per noi saltatori- spiega- Ma quando la mia carriera sarà finita ci proverò…». Omaggio dovuto a flash e taccuini. Intanto ci provano, e c’è da scommetterci che faranno ancora sul serio, tanti ex campioni di maratona. Guanto di sfida lanciato tra Stefano Baldini che correrà con Ottaviano Andriani, Linus e Davide Cassani per la staffetta di Enervit che raccoglie fondi per il Dynamo Camp a Danilo Goffi, Giovanni Ruggiero, Andrea Gallina e Riccardo Trullino in gara per Almostthere: «Noi corriamo per battere il biondo…» scherza Goffi rivolgendosi a Baldini. E la replica arriva a strettissimo giro di posta: «Avete preso tante legnate nella prima vita da maratoneti e vi toccheranno anche domani…». Tra i volti noti al via nella relay marathon Antonio Rossi e Jury Chechi che correranno con la Onlus Dianova e il campione del mondo della 100 chilometri Giorgio Calcaterra che correrà per Sport Senza Frontiere onlus che ha come obiettivo l’integrazione sociale e la prevenzione sanitaria nei confronti di bambini in condizioni disagiate attraverso lo pratica sportiva. Ma anche Lucilla Andreucci, azzurra ora commentatrice tv che a Milano vinse già nel 2000 e Gianni Poli, campione azzurro, primatista italiano di maratona e vincitore a New York nel 1986. Tirato e in forma quasi come allora: “No…ora corro solo per star bene- spiega- Una corsetta ma senza accelerare…”. Dice lui. Dicono tutti. E lo dice anche Ottaviano Andriani che da quattro anni si è tolto la canotta azzurra e si è rimesso giacca e camicia da poliziotto in quel di Taranto: “La sfida con Goffi e Ruggiero? – sorride- Ma no, ci divertiamo così. Ormai corriamo solo per per star bene…”. Sembra un mantra. Sembra una litania ripetuta all’infinito quasi per convincersi. E sembra un po’ anche una bugia…