Il triathlon alla conquista di Milano
Cinquecento atleti al via. Cinquecento triatleti che domani un paio d’ore dopo mezzogiorno si tufferanno nelle acque dell’Idroscalo per correre in quello che era una volta il Triathlon di Milano e vorrebbe riannodarne il racconto. “La volontà è quella di riportare questa gara ai livelli che le competono- spiegano gli organizzatori di Eco Race– visto che si tratta di una delle più vecchie e titolate manifestazioni italiane di triathlon, organizzata per la prima volta nel 1986″. Del “Triathlon Internazionale di Milano” Eco Race ne raccoglie l’eredità e la storia segnata dalle vittorie di grandi campioni italiani e stranieri. Da Vladimir Polikarpenko che qui vinse per ben quattro volte a Daniel Fontana, a Dave Matthews l’australiano che dominò davanti ad un giovanissimo Andrea Secchiero una decina di anni fa a tanti altri ancora. Da Margit Vanek a Gaia Peron, da Sara Dossena a Elena Casiraghi tra le donne che qui vinse tre anni fa l’ultima volta all’Arena quando l’organizzazione era diversa. Ora in centro si fa fatica a tornare perchè Milano è una città che finchè si chiacchiera allo sport spalanca le porte, poi quando poi si tratta di chiudere strade per una mattinata o concedere strutture presenta conti insostenibili per chiunque. E allora ben venga l’Idroscalo, posto perfetto per fare sport e ideale per i triathlon. A ricordare a chi dovrebbe occuparsene ( Comune, Regione, Città Metropolitana) che abbandonare, come sta accadendo, un gioiello così è peccato mortale . I triatleti si tufferanno nelle acque del’ex scalo aeroportuale pochi minuti dopo le 14 per dare vita ad una gara su distanza olimpica molto tecnica con frazioni veloci in acqua, come sempre succede all’Idroscalo dove è raro incontrare correnti, ma anche in bici su un circuito multilap di sette giri e nella corsa con un tracciato filante e senza asperità. “Questa gara ha scritto alcune delle pagine più accese e mitiche del nostro triathlon- racconta il capitano dell Dds Daniel Fontana-. Io qui ho vissuto nel 2004 e nel 2005 due delle gare più combattute con atleti che hanno saputo fare la storia del triathlon internazionale e olimpico. Anche Matteo Annovazzi, che studia per noi i percorsi gara, era in gara con me in quegli anni. In entrambe le occasioni non ho potuto che cedere il passo a uno strepitoso Vladimir Polikarpenko, portacolori allora del Peperoncino Team. Due secondi posti che ricordo bene, decisi entrambi negli ultimi chilometri della frazione podistica. Gare tiratissime quelle, con tutto il meglio che il triathlon sapeva esprimere in quegli anni schierato sulla linea di partenza. In quegli anni per noi Vladimir rappresentava un po’ quello che per gli atleti di oggi rappresenta Javier Gomez: arrivava da stagioni di prestigiosi podi in coppa del mondo, da un bronzo ai Campionati Europei e dalla partecipazione alle Olimpiadi di Sydney nel 2000 e di Atene del 2004″. Fontana sarà in gara anche domani e, sfida nelle sfida, dovrà vedersela con il suo compagno di squadra e nonchè vice-capitano della Dds Ivan Risti, reduce da un quattordicesimo posto un paio di settimane fa nell’Ironman del Sudafrica che sulle strade milanesi correva da tricolore dello sprint nei tempi in cui andava ancora di moda raccogliere i capelli in un codino: “Tanti anni fa- ricorda Risti– Oggi sia io sia Daniel corriamo pochissimi olimpici e ci prepariamo su distanze più lunghe e, domani, a complicare le cose ci si è messo anche un principio di influenza…”. Ma Milano è Milano e, un po’ come Parigi, ” val bene una messa….”. Il triathlon prova a riconquistarla. Partendo dall’Idroscalo per arrivare chissà mai di nuovo in Duomo o all’Arena. In bici sono meno di una quarto d’ora: un soffio…