Challenge Rimini, tutto in una foto
Ci sono foto che fanno la storia. Grande o piccola non importa. Ci sono foto che fanno la storia perchè quasi sempre basta una immagine a fissare nel nostro cervello e sulla pelle un’emozione. Basta uno scatto a raccontare una sfida, una vittoria, un sconfitta, una laurea, un amore o un figlio. E la faccia di Chirs Mc Cormack e quelle di chi scruta il mare di Rimini prima di tuffarsi sono la foto perfetta della storia del primo Challenge di Rimini. Capitani coraggiosi e capitani in cerca di coraggio per nuotare contro un mare che sembra venirti addosso. Ed è sempre così, non solo la prima volta. Bisogna esserci per capire. Bisogna sentirlo l’odore salmastro del mare, il rumore del vento che spinge un cielo nero come la pece ancora più in basso. Bisogna esserci per rendersi conto come una foto possa raccontare uno stato d’animo, la concentrazione dei campioni, un respiro affannoso, la preoccupazione dei meno esperti e lo sguardo quasi assente di chi vuole solo cominciare. Forse solo per togliersi un peso. Poi la corsa, i tuffi, la schiuma bianca e l’acqua che ribolle in un’agitarsi di braccia e di corpi che sembrano un volo di rondini impazzite. Quasi una liberazione, l’unico modo per cacciare via i dubbi e le paure. Per cominciare a fare i conti con se stessi bracciata su bracciata, fatica su fatica, boa dopo boa. Tutto in una foto. Che vale più di mille racconti. Perchè Rimini e il Challenge nel frattempo sono diventati grandi, hanno abbracciato altre imprese e altri campioni. Ma l’immagine di Macca che scruta il mare resta un sigillo. Un pezzo di storia che domenica ricomincia…