Giro d'Italia 2016Raccontava qualche mese fa in un bell’articolo nel suo blog “Tutte le salite del mondo”  sul  Sole 24Ore  il mio  collega  e compagno di avventura al prossimo Challenge di Venezia ,  Riccardo Barlaam che i ciclisti del Team Sky vivono un po’ come i monaci in un moderno e manageriale “convento”. Uno squadrone che pianifica tutto: pignoli, organizzati, tecnologici, strutturati e un po’ anche paranoici. Uno squadrone dove la filosofia imperante è quella dei guadagni marginali, dei dettagli che fanno la differenza, professata dal direttore generale Sir  Dave Brailsford: tutto serve per guadagnare poco, anche pochissimo, poi però se si mette tutto insieme…. Così nulla si lascia al caso. Tant’è che prima di di correre in pista misurano la pressione dell’atmosfera all’interno dei velodromi e con un preciso calcolo matematico poi gonfiano le ruote,  tant’è che dai materiali alla cucina tutto è sotto strettissimo controllo tecnico. Tant’è che nello staff ci sono psicologi, dietologi, nutrizionisti e  cuochi specializzati. Ci sono addetti alle stanze che spostano cuscini e coperte  degli atleti ricomponendole allo stesso modo nell’albergo successivo. Tant’è che ( come Richie Porte) dormono in van asettici o con ionizzatori e deumidificatori accesi perchè  favoriscono il recupero. Quando si siedono tavola per colazione e cena, dal primo all’ultimo si lavano le mani con il gel disinfettante. E le hanno fatte disinfettare anche a Riccardo prima delle interviste. Però il sistema funziona. Gli uomini Sky vincono parecchio, molto spesso, e nelle corse a tappe da Chris Froome a Mikel Landa dettano legge. Già, Mikel Landa. Un paio di giorni fa sulla prima salita del Giro da Campi Bisenzio a Sestola, ha detto stop all’altezza del Km 66 dopo aver accumulato un ritardo dal gruppo di testa di oltre 6 minuti. Aveva accusato un lieve malessere la notte prima che in gara si è ripresentato con gli interessi sotto forme di gastroenterite acuta. Che non dà scampo e non dà tregua perchè, più che a pedalare, ti obbliga a restare con un bagno a tiro.  Capita. Capita spesso a chi fa vita normale ma  capita anche a chi, come quelli del Team Sky,  sembravano aver trovato l’antidoto anche ai virus. Spiace per il basco che avrebbe dovuto render la vita dura al nostro Vincenzo Nibali. Ma un po’ tutto ciò rassicura. Ed è un po’ la storia trita e ritrita della palla rotonda…Si può studiare, programmare, organizzare, pianificare ma il ciclismo resta (per fortuna) uno sport dove la scienza non è esatta. Dove in discesa per  evitare brutte sorprese, c’è ancora chi sotto  la maglietta si mette un paio di fogli di giornale…

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