Greipel e il Giro dei furbi
Il tedesco Andrè Greipel ha vinto in volata la 12a tappa del Giro d’Italia, da Noale a Bibione, di 182 chilometri. E’la sua terza vittoria al Giro. E sarà l’ultima perchè Greipel domattina saluta tutta l’allegra compagnia e torna a casa. Torna a casa perchè è stanco, perchè adesso si comincia a fare sul serio e perchè l’aveva detto. Questi erano i patti insomma. Oggi ha messo dietro tutti: “Il nostro piano era di arrivare con tutta la squadra davanti al gruppo all’ultimo giro- ha detto al traguardo- Chapeau ai miei compagni di squadra, in particolare a Jurgen Roelandts per come mi ha tirato la volata. Ero leggermente staccato dalla sua ruota ma avevo comunque gambe ottime per lo sprint finale. Sono molto dispiaciuto di lasciare il Giro con la Maglia Rossa ma la mia stagione è piena di obiettivi e a qeusto punto ho bisogno di riposarmi . Ho ottenuto già moltissimo in questo Giro”. Arriverderci e grazie. Non è la prima volta che succede. Non è il massimo della correttezza, non è etico che ci si ritiri per calcolo. E se questo è il ciclismo moderno è un ciclismo che deve rivedere qualche regola. Perchè torna a casa un corridore che sta bene, che non è caduto e che indossa la maglia di un primato, quella rossa della classifica a punti. Torna a casa e per convenienza ed è un po’ una “furbata” anche questa. Un po’ come barare, come tagliare qualche chilometro in una maratona e arrivare un po’ più fresco degli altri allo sprint. Già perchè Greipel ha dato tutto in queste tre volate che ha vinto sapendo che tanto alle prime salite avrebbe fatto le valigie. Probabilmente è il più forte e avrebbe vinto lo stesso, ma se avesse dovuto fare i conti col pensiero di finire il Giro magari …