Rio, la maratona ha l’accento bresciano
La maratona di Rio potrebbe parlare bresciano. Il Kenya ha scelto infatti i sei atleti che gareggeranno nella maratona olimpica di Rio e tra di loro ci sono anche tre atleti allenati da Gabriele Rosa, il medico bresciano che ha fatto la storia della maratona mondiale: Stanley Biwott, Jemimah Sumgong e Visiline Jepkesho. Tre su sei, il cinquanta per cento. «E Jemimah ha buone possibilità di vincere- spiega Rosa- Ma gli altri possono giocarsi le loro chanche perchè ogni maratona fa storia a sè e soprattutto una gara olimpica…». Un anno di vittorie quello del team bresciano che da 25 anni in Kenia lavora per scovare talenti, ma anche per far crescere e dare una possibilità a ragazzi ai quali la vittoria in una maratona internazionale cambia letteralmente la vita. «La nostra storia in Africa è una storia importante- racconta Rosa- da sempre seguiamo i giovani che hanno possibilità di far bene e li seguiamo non solo nella loro crescita sportiva. Nelle vicinanze di Eldoret, che è da sempre il nostro quartier generale, abbiamo costruito tre scuole che i ragazzi frequentano fino alle secondarie. Dopodichè entrano nei nostri training camp dove cerchiamo di insegnar loro a correre con programmi e tecniche d’allenamento. Attualmente sono oltre 150 i giovani che seguiamo». Un lavoro importante. Un lavoro che ha portato Gabriele Rosa ad essere conosciuto nel mondo come «mister maratona», un’autorità della 42 chilometri. E’ il tecnico che ha insegnato ai keniani che la corsa non era solo il cross, che li ha allenati e che li ha fatti vincere. Praticamente tutto. Con Paul Tergat, Martin Lel e il compianto Samuel Wanjiru morto in un incidente dopo aver vinto l’oro olimpico a Pechino, ha dominato gli ultimi cinque lustri nella storia della maratona nel pianeta, ha vinto olimpiadi, titoli mondiali, ha trionfato a New York, a Boston, a Londra, Berlino, Chicago. «In venticinque anni il nostro team ha vinto più di mille maratone internazionali- racconta- Solo quest’anno sono già 18. I nostri atleti hanno vinto due medaglie olimpiche, firmato otto record del mondo per 47 volte siamo saliti sul gradino più alto delle podio nelle major, le cinque maratone top». Ed ora a confermare un primato sportivo tutto «made in Lombardia» arrivano le convocazioni di tre atleti del team bresciano nello squadrone keniano per Rio nella maratona che è ormai terra di conquista per gli atleti africani. Una storia che si ripete e che ha una spiegazione: «Gli atleti keniani e africani in genere hanno caratteristiche perfette per correre le lunghe distanze- spiega Rosa- Alla stessa velocità il loro consumo è sensibilmente minore rispetto a quello di un atleta caucasico». Questa è una certezza ormai provata da tutti gli tudi scientifici. Certo, l’allenamento è fondamentale. «E’ soprattutto fondamentale l’allenamento in gruppo- spiega il dottore- che permette di migliorarsi e di migliorare la velocità di corsa. Ma si deve sempre partire dal rispetto dei loro fisici. Sono atleti che spesso sostengono due sedute di allenamento al giorno quindi i ritmi di corsa devono essere sostenibili e non bisogna spremerli. Ho deciso di riprendere presonalmente ad allenarli perchè proprio per i carichi di lavoro con la passata guida tecnica prima avevamo troppi infortuni.». Così si va verso Rio. Con tre atleti che vestiranno le maglie con i colori della nazionale keniana ma anche un po’ l’ oro e viola del team Rosa e Associati. Che non è azzurro, ma un po’ parla italiano. Pardon, bresciano…