Bentornato Vigorelli
E’ il profumo del legno che fa scattare la magia. Sembra di entrare in un tempio. E un po’ è così. Chiudi gli occhi e pensi a ciò che fu il Vigorelli. Pensi a una Milano che non c’è più, con le “sciure” in pelliccia e gli “sciuri” in paltò che venivano qui a passare la serata. Pensi ai racconti di tuo padre che qui ci passava quando la Fiera era la Campionaria ed era il simbolo di un Paese che aveva il vento in poppa. Pensi ai tubolari dei campioni che qui hanno scritto la storia. Pensì a cos’erano i Beatles che oggi sono ricordati con una targa d’oro all’ingresso appena entri, prima di infilarti nel tunnel che ti porta nell’anello. Pensi alle moto, agli stayer, all’americana, all’inseguimento sport in uno sport che da noi langue ma dove il ciclismo è cultura riempie ancora i palazzetti. Pensi tutte queste cose poi incroci gli occhi di Ernesto Colnago, un pezzo di storia del ciclismo, che guardano la pista rimessa a nuovo e che la dicono lunga su cosa significa essere di nuovo qui: «Un lavoro magnifico- spiega – Questo è un tempio che era un peccato lasciar morire. Ma non è la prima volta che lo mettono a posto…Oggi c’è tanto entusiasmo poi però bisogna trovare il modo di continuare ad usarlo. Qui bisogna portare i giovani, bisogna tornare ad organizzare gli eventi che un posto così merita. Si respira aria buona., è quello che ci vuole». Vero. La pista magica del Vigorelli è tornata a splendere proprio come tanti anni fa quando Maspes e compagnia, riempivano gli spalti, quando si sprintava per l’arrivo del Trofeo Baracchi o del Lombardia. Quando nel 1986 Francesco Moser firmava il suo record dell’ora. E oggi è tornato, stessa pista stessa bici di allora. Stesso stile, perché a vederlo girare, sembra quasi che il tempo si sia fermato. E un po’ è così. Ci sono i capelli bianchi, qualche ruga ma il fisico è quello tirato di chi non ha mai smesso di pedalare: «Il record dell’Ora? Oggi potrei farlo sulla mezz’ora…» scherza lo «sceriffo». E scherza anche Giuseppe Saronni, l’avversario di sempre: «No, io oggi non pedalo al massimo faccio la stayer- chiarisce subito- Però avrei dovuto portare uno dei miei corridori della Lampre e metterlo in pista per tirare il collo a Francesco…». Nulla è cambiato. Sono sempre loro due, una volta sprintavano oggi si punzecchiano ma restano un pezzo di storia incancellabile di uno sport che avrebbe ancora bisogno di una rivalità così. La stessa scritta sui listelli di questa pista dove da ragazzi giravano nella scuola Fausto Coppi. Una storia che ieri potevano raccontare in tanti da Gianni Motta a Sante Gaiardoni, da Marino Vigna a Nico De Lillo a Rossella Galbiati, gente che ha vinto Giri d’Italia, mondiali, medaglie olimpiche. Tutti in pista a sperare che questa volta il mito del Vigorelli non continui solo il tempo di un’inaugurazione. Ma non potrà essere solo un futuro a pedali. Perchè il Vigorelli per non spegnersi di nuovo dovrà diventare un contenitore per tanti altri eventi. Alla fine di questo percorso di recupero la struttura potrà ospitare oltre 7.000 persone: «CityLife sta sviluppando un complesso intervento di rigenerazione urbana di un’area storica di Milano – afferma Roberto Russo, direttore Opere Pubbliche di CityLife – Il Vigorelli non è solo un impianto sportivo, ma è un pezzo della storia culturale di Milano». Che questa volta si spera continui.