Cilento, mare e bici….
Tra mare e montagna, tra spiaggia e salite. Perchè il Cilento da Agropoli a Paestum, dalla Certosa di Padula a Castellabate, da Marina di Pisciotta a Caprioli fino a Palinuro non è solo uno dei mari più belli del Sud. C’è un Parco nazionale da andare a scoprire quando non si sta in costume e con un bici l’avventura diventa ancora più affascinante. Basta pedalare per un’ora nell’entroterra per scoprire un mondo che non ti aspetti, che è rimasto quello di tanti anni fa, con paesini che sembrano spesso dimenticati nel tempo dove si pedala per ore senza incontrare un’auto, un segno di vita. Magia che l’entroterra del Sud sa regalare sempre , ma qui un po di più perchè il mare è sempre laggiù in fondo, da raggiungere in un attimo con una picchiata. Partendo da Caprioli, dal Villaggio Acquamarina http://www.villaggioacquamarina.it/ che è un’ottima base per le escursioni in questa zona, (si può alloggiare in bungalow affacciati sul mare) si deve solo decidere se salire verso Pisciotta o scendere verso Centola. Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è sempre a portata di pedale. E te lo ricordano i cartelli che incontri praticamente ovunque. Mare e montagna per un riserva patrimonio dell’Unesco nata nel 1991 che è un’area protetta di 180mila che oltre alla provincia di Salerno comprende la Piana del Sele a Nord della Basilicata e 80 Comuni. A parte qualche frana e qualche strada a fondo sconnesso su cui bisogna fare attenzione pedalare qui è davvero un’emozione. Viene anche un po d’ansia a volte, perchè mentre la strada sale nel più assoluto silenzio e provi a mettere in ordine i pensieri, non incontrare nessuno per ore è forse una sensazione a cui non siamo più abituati. Però si fa in fretta ad entrare in sintonia con un territorio che è rimasto intatto anche in riva al mare. E allora è una scoperta la vecchia strada della Ferrovia che da Marina di Pisciotta porta verso Ascea in un saliscendi, a volte durissimo, che costeggia un mare che ha gli stessi colori di quello delle foto ma senza bisono di far ritocchi. Ma è un’emozione anche la salita che partendo da Caprioli sale da Palinuro verso Licusati. Una decina di chilometri dolci e sorprendenti dove il paesaggio cambia ad ogni tornante. E così sembra un po’ di essere sulle Dolomiti ma anche tra gli uliveti della Toscana, solo che qui c’è il mare che diventa sempre più lontano là in fondo, pedalata dopo pedalata, e ritrovi come in una magia dopo la discesa da che da Camerota porta alla Marina. Più o meno è sempre così. Anche se poi basta allungare un po’ il tiro dei chilometri per puntare su Paestum, sulla Certosa di Padula e per scoprire una storia che non ha bisogno di essere raccontata. Oppure puntare decisamente verso l’interno. Salendo sempre da Caprioli verso San Nicola, superando salitine secche e tornanti dopo aver pedalato per qualche tempo praticamente nel nulla si passa d Foria, da San Severino per salire a Centola, che qui è uno dei Comuni più importanti di questa zona ed ha un centro storico che merita una visita. La discesa verso Palinuro è impegnativa ma divertente e tornare al mare è un attino. Infine un giro breve, di poco meno di due ore, che parte sempre da Caprioli e va a Rodio, un paesino dove la strada finisce e dove ci si arriva salendo dopo aver passato Pisciotta. Qui si può scegliere se salire dalla provinciale oppure passare per la marina di Pisciotta facendo i tre chilometri di salita che passano dalla stazione. Poi si punta verso Rodio. Si va in un entroterra dove al rumore dei bagni e dei bar della spiaggia si sostituisce chilometro dopo chilometro a un silenzio quasi irreale. Rodio non arriva mai ma poi ad un certo punto appare. Ed è quasi rassicurante trovare un paese in mezzo a queste montagne. Un paese che sembra una cartolina d’altri tempi, dove c’è una piazetta lastricata con due bar dove si può scegliere dove bere un caffè, senza paura di sbagliare. Perchè qui il caffè è ottimo ovunque.