Ridateci le Olimpiadi…
The end. Dopo tre settimane di ubriacatura olimpica stamattina in tv scorrevano le immagini degli atleti in partenza da Rio e, su Raiport2, andavano le repliche dell Giro con Tom Dumoulin maglia rosa in Olanda. Che tristezza. E adesso che si fa? Non ci sono più le batterie dei 400, non c’è più il volley, la pallanuoto, non c’è più neanche il tiro con l’arco, la carabina o la pista magica di Elia Viviani che con quell’oro ci ha fatto ricoprire un mondo antico. E’ finita davvero. E per i malati di sport è una vera e propria crisi di astinenza. Ci mancheranno le volate di Usain Bolt, i 400 metri incredibili di Wayde van Niekerk, il testa a testa tra la Jorgensen e la Spirg nel triathlon, i tuffi di Tania ma anche quelli di Francesca Dallapè . Ci mancherà lo sguardo smarrito di Federica Pellegrini che cerca il bronzo che non trova sul tabellone alla fine dei 200, il sorriso di Gregorio Paltrinieri. Ci mancherà l’orgoglio del Settebello e anche quello del Setterosa. Ci mancherà l’adrenalina infinita della pallavolo, le martellate dello Zar, le veloci velenose di capitan Birarelli, le diagonali di Juantorena, il sorriso spontaneo e sincero di coach Gianlorenzo Blencini a sdrammatizzare un match point. Ci mancherà il capolavoro della sfida con gli Usa, una di quelle partite che segnano i ricordi di una generazione, un po’ come italia-Germania 4-3 e la mezza delusione in finale con il Brasile. Ma ci mancherà anche la sabbia d’argento di Lupo e Nicolai e le telecronache deliranti e competenti della coppia Antinelli-Luchetta. Ci mancherà la semifinale dei 5mila, quella dove la neozelandese Nikki Hamblin e l’americeana Abbey D’Agostino inciampano, cadono, si aiutano e arrivano sostenendosi a vicenda al traguardo. Ci mancherà la faccia onesta di Ruggero Pertile alla sua ultima maratona olimpica, l’eroico tormento di Yohann Diniz nella 50 chilometri di marcia, la classe di Mo Farah, la gioia guascona di Daniele Garozzo nel fioretto, la rabbia di Fabio Basile oro numero 200, e la faccia quasi sorpresa di Niccolò Campriani dopo il secondo oro della carabina. Ci mancherà la smorfia di dolore di Vincenzo Nibali, ad un passo da un capolavoro, e quella di felicità di Elisa Longo Borghini sul podio femminile. Ci mancherà quel quarto d’ora di Peter Sagan nella mountainbike che in un giro recupera 40 posizioni. E ci mancheranno le voci di Franco Bragagna che è un valore aggiunto dell’atletica e quella di Luca Sacchi che è diventata la stessa cosa per il nuoto. Non ci mancheranno tutte le polemiche legate a “pacchi” e “cicciottelle” e quelle sul doping con gli annessi e i connessi della telenovela di Alex Schwazer. Però da oggi è dura. Da oggi con il telecomando si naviga a vista in una mare di malinconia. Non ci resta che la rassegna stampa di Sky , “Uno mattina estate” oppure “La vita in diretta” nel primo pomeriggio. Oppure il calcio d’agosto. Il solito, inutile calcio d’agosto anche nelle prima domenica di campionato. Quello delle sfide imperdibili, di Bologna -Crotone o Palermo-Sassuolo con gli stadi semideserti e riprese tv che neppure nella seconda serie rumena, senza nulla togliere ai campionati rumeni. Quello dei primi rigori negati, dei fuorigioco di millimetri, dei bomber abbronzati e tatuati che si tolgono le magliette sotto la curva. Quello delle polemiche col mister, delle zone miste e dei silenzi stampa. Quello che quando si perde è tutta colpa dell’arbitro. Quello che “Bacca spacca” e “Higuain è grasso che cola…” come titolano Gazzetta e Tuttosport. E’ un triste lunedì dove tutto purtroppo è già tornato normale…