Sanremo, l’olimpico del Poggio
Se c’è un concerto, se c’è un’esigenza di sicurezza perchè qui siamo a una trentina di chilometri da Nizza e quindi l’allerta terrorismo sembra più vicino che altrove, se la prefettura dice che devi traslocare c’è poco da discutere. E allora il triathlon si sposta. Va così. E spostare una gara a una settimana dal via, quando tutto è già programmato e collaudato non è cosa da poco. Capisci che non è semplice incrociando lo sguardo preoccupato di Daniele Moraglia, che l’ Olimpico di Sanremo lo organizza da anni, che l’anno scorso ha dovuto fare i conti con una tempesta e una mareggiata che hanno spazzato via tutto, e quest’anno con Francesco Baccini, Claudio Baglioni, Sergio Cammariere, Cristiano De André, i Bluvertigo, Enzo Iacchetti, Neri Marcorè e Ron che gli hanno montato il loro megapalco a un tiro di schioppo dalla zona cambio. Troppo vicino. “Ci hanno richiesto lunedì 5 settembre di spostare la location di gara per poter mettere in atto il Piano della Sicurezza disposto dalla Prefettura e dalla Questura- racconta- E ci siamo dovuti adeguare. Per noi è una prova ardua, in cui metteremo tutto noi stessi per poter riuscire nella buona riuscita di un evento che fa parte della storia di questa città.Però ho un magone che neanche quando è morta la mia nonna…”. Si cambia tutto quindi. Addio allo spazioso piazzale Carlo Dapporto che sembrava fatto apposta per nuotare pedalare e correre e si ricomincia da via Salvo D’Acquisto, a fianco del porto, dove gli organizzatori fanno davvero i miracoli per farci stare tutto. Si ricomincia dai bambini, che qui oggi si giocavano i campionati regionali liguri. Cuccioli, esordienti, ragazzi e Youth, spettacolari come solo i giovani sanno essere. Che si danno battaglia sul lungomare tra i vigili che danno le multe a chi non ha capito che oggi su queste strade non si poteva parcheggiare e i volontari che si fanno in quattro per montare, smontare e spostare transenne per ridurre i rischi a zero. Va tutto come deve andare. Come sempre. Per una bella giornata di sport che finisce con la gioia di chi ha vinto, con tre figli sul podio, con gli applausi a tutti gli altri che hanno corso, sudato, bucato ma poi sono arrivati in fondo. Finisce con il copertone di una bici che si taglia ed esplode, con un passeggiata in centro tra il Casino delle Feste e Teatro Ariston e con la ventola su letto accesa anche di notte a ricordarti che domani sarà caldo come oggi se non di più. E prima di addormentarti c’è anche il tempo per fare un pensierino al Poggio, che di solito decide la Sanremo, e che domani è lì che aspetta. A Sanremo quest’anno cambia tutto, ma il Poggio resta. Che quando uno corre in bici è un po come il pavè per la Roubaix o i muri per le Fiandre. Vuoi mettere?