Marco Olmo, la storia infinita
La corsa è lunga come la vita. E non finirà mai. E’ una storia di grandi vittorie dall’Ultra trail du Mont Blanc alla Marathon de Sable. E anche quelle sembrano non finire mai. Marco Olmo ha vinto pochi giorni fa l’Ultra Bolivia Race, una delle gare più estreme al mondo. Oltre 170 chilometri impressionanti perchè si corrono ad altezze assurde, sfiorando e superando i 4mila metri e in completa autosufficienza. Ma per uno come lui che è un incrocio tra un camoscio e un dromedario e che i francesi chiamano “profilo d’aquila” non è un’impresa. Neppure a 67 anni. Sei tappe, in sedici ore 44 minuti e 10 secondi, precedendo il francese Christophe Martin (19h08’45”) e il canadese Paul Chan (20h18’35”), più giovani di lui anche se poi l’età non conta più. Non contano molte cose quando si raccontano le imprese di Marco Olmo. Cambiano i parametri, cambiano i valori, cambia tutto. Non conta la fatica perchè lui è uno che nella ha lavorato sodo e la fatica la conosce. “La fatica esiste, eccome se esiste- mi raccontava qualche tempo fa in un’intervista- Ma ognuno è padrone del suo copro. E’ inutile barare . Doparsi è come modificare la centralina al motore di una macchina: va di più, però, se si rompe il motore della macchina lo cambi, se si rompe il nostro hai finito lì. Muori. Già quando sei in gara hai delle endorfine e dell’adrenalina che produce il tuo corpo che ti fanno andare oltre. Incentivare le prestazioni con le droghe che non ti fanno sentire dolore è il peggio che puoi fare. E’ nocivo. Ognuno poi paga o con la sua coscienza o con la sua salute. E prima o poi il conto arriva sempre”. Una vita di sudore, sui camion e sulle ruspe nelle cave. E se poi dopo essersi alzato alle cinque uno trova ancora la forza di allenarsi vuol dire che ha dentro qualcosa. Se uno ha voglia di uscire vuol dire che per lui corsa importante. Forse una ragione di vita. Senza forse. “Correrò fino alla fine, come gli animali…” risponde Marco Olmo da Robilantea chi gli chiede quando metterà fine al suo “tormento”. Correrà fino alla fine, perchè la corsa è lunga come la vita. E tra poche settimane si riparte, in volo verso l’Oman. Anche là c’è un deserto da sfidare. Anche la scriverà un altro pezzetto della sua storia infinita.