Dal Papa lezione di sport
Tutti conoscono la gioia dei bambini che giocano a calcio con un pallone di stracci nei sobborghi di una grande città o nel vicolo di un paese. E Bisogna tornare lì. Lo sport più che agonismo come strumento di eguaglianza, come momento di gioia e di genuinità. In questi giorni di candidature olimpiche cancellate, di occasioni sfumate, di possibilità di crescita economiche snocciolate in numeri e dati, di chanche per rimettere a post strutture e impianti, di beghe politiche, di passerelle a volte inutili e fastidiose, di opportunismi e di tante chiacchiere ci voleva Papa Francesco nel primo incontro mondiale su Sport e Fede, promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura, sostenuto da Cio e Nazioni Unite, per spiegare, con poche parole cosa sia lo sport. E quale potenza abbia sempre….
“Non è importante lottare per un risultato, ma lottare con lealtà. Lo sport è capace di arricchire la vita delle persone e fa gioire uomini e donne di ogni nazione, etnia e appartenenza religiosa… Il motto olimpico ‘altius, citius, fortius’ è un invito a sviluppare i talenti che Dio ci ha dato. Il movimento paralimpico e altre associazioni sportive a sostegno delle persone con disabilità, come Special Olympics, hanno avuto un ruolo decisivo nell’aiutare il pubblico a riconoscere e ammirare le straordinarie prestazioni di atleti con diverse abilità e capacità. La sfida è quella di mantenere la genuinità dello sport, di proteggerlo dalle manipolazioni e dallo sfruttamento commerciale. Sarebbe triste, per lo sport e per l’umanità, se la gente non riuscisse più a confidare nella verità dei risultati sportivi, o se il cinismo e il disincanto prendessero il sopravvento sull’entusiasmo e sulla partecipazione gioiosa e disinteressata. Nello sport, come nella vita, è importante lottare per il risultato, ma giocare bene e con lealtà è ancora più importante! Quando le persone lottano per creare una società più giusta e trasparente, collaborano con l’opera di Dio”