cenciTi ritrovi al suo fianco il venerdì mattina di vigilia dell 46ma maratona di new York e solo guardandolo negli occhi capisci che è più forte di tutto: “Non ha vinto il cancro ho vinto io…”. Quattro anni fa Leonardo Cenci,  perugino si era iscritto alla maratona di new york, ma non riuscì a farla perchè, prima volta nella storia, la maratona non venne corsa dopo che la città era stata devastata dall’uragano Sandy. Fine di una storia e appuntamento rinviato. Ma  con il destino i conti non sono mai esatti.  Cenci si era ammalato, un tumore al polmone  che gli aveva dato sei mesi di vita, così addio sogni. Che però non muoiono all’alba perchè il maratoneta perugino domenica mattina sarà sul ponte di Verrazzano a giocarsi la sua sfida. Nella maratona c’è il miracolo possibile. c’è una luce che resta accesa. e che Cenci non vuole spegnere. É da quattro anni che si allena, nonostante i ricoveri, nonostante le chemio, nonostante tutto: «Mi avevano dato 6 mesi di vita- racconta- Lo sport mi ha aiutato e a New York vincerò io non il cancro. E’ la sfida più dura della mia vita. Quando mi fu diagnosticata la malattia mi stavo preparando proprio per la Maratona di New York, annullata a causa dell’uragano Sandy. Ed ora, a quattro anni di distanza, voglio ripartire proprio qui. Per me correre vuol dire vivere, vedere, pensare. Sono un miracolato: c’è chi e’ morto dopo 11 mesi, mentre io sono ancora qui…». Cenci con la sua associazione «Avanti Tutta» raccoglie fondi e vuol essere un esempio per tutti i malati oncologici: « Sarò il primo italiano a correre la maratona di New York con un tumore in atto e voglio battere il record di 5 ore e 32 minuti di Fred Lebow il fondatore della maratona di new York che corse con un cancro al cervello…». ” La sua è una storia incredibile- ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò presentando pochi giorni fa a Roma la sua avventura- per questo ritengo che il progetto legato agli Oncology Games rappresenti un traguardo e un nuovo di partenza per lanciare un messaggio di grande significato sociale legato agli straordinari benefici derivanti dalla pratica sportiva. E’ davvero nobile che alcuni sponsor come UnipolSai Assicurazioni, Kinder Sport e Armani abbiano offerto un contributo importante per questa causa, perché Leo, anche se non è atleta olimpico, è uno di noi. Mi ricorda Bebe Vio. Non li ho mai visti una volta senza il sorriso. Nel 2012 l’uragano Sandy gli impedì di correre , stavolta sarà lui a vincere: l’uragano Leo”. “Mi state regalando un’esperienza di vita che ha un valore incredibile -ha detto Cenci-. Ringrazio il Coni . Ho deciso di prendere parte alla New York Marathon per lanciare un messaggio di speranza a tutta l’Italia. Con questo mio gesto voglio far capire che il cancro non è una malattia di cui aver paura ma è un vestito che va portato con dignità. Avere un tumore non è una vergogna visto che non è contagioso. Affronto la malattia con la resilienza che caratterizza i maratoneti. Lo sport è vita. E la vita é il bene più prezioso che abbiamo.  Al traguardo avrò vinto comunque…”