Sapessi com’ è strano…in mountainbike a Milano
Esci per andare nel Parco del Ticino, poi mentre pedali ti torna in mente che ci sono un paio di amici che stanno correndo al Parco Sempione e che non vedi da un po’, così giri la mountainbike e punti verso la città. Memo Remigi, mezzo secolo fa, è diventato famoso raccontando in musica quanto è strano innamorarsi a Milano. Strano anche pedalarci in mtb. Strano perchè dal Parco Sud alla Montaganetta, con un po’ di fantasia, ci si può arrivare senza fare un chilometro di strada asfaltata. Albairate, Cisliano, Cusago passando sugli sterrati del canale scolmatore, Settimo attraversando un parco, poi il Parco delle Cave, poi Trenno ed eccola la “Cima Coppi” della città. Più dura di ciò che si possa immaginare, perchè gli strappi sono tosti e se uno si diverte a ripeterli ti gonfiano le gambe come una salita delle Dolomiti. Magica la mountainbike. Quasi sempre ti porta dove vuoi andare, dove a volte mai penseresti, dove le strade finiscono però poi continuano, basta cercarle. L’unico mezzo che ti permette di salire dove la maggiorparte delle persone normali fa fatica a piedi, di scendere su sentieri che vanno verso il silenzio, di tagliare per qualche ora i ponti con la civiltà chiassosa. A Milano, al mare , in montagna… C’è un fascino strano nel seguire strade che spesso non si sa dove vanno. A volte ti assale un po’ d’ansia, anche se nello zainetto hai camere d’aria, la brugola del 9, barette e telefonino… Ti allontani da un paese pedalando sullo sterrato che entra in un bosco e man mano che vai provi a guardarti indietro. Il mare, le montagne lasciano posto ad altre montagne, le case non si vedono più e il sentiero si fa sempre più stretto e impervio. Gli unici rumori sono quelli delle tue ruote che fanno scrocchiare il brecciolino e degli animali che si allontanano tra le foglie. E ti fanno sussultare. E’ un po’ come nuotare. Un po’ come sbracciare tenendo sott’occhio la riga nera rassicurante del fondo delle piscina e invece andare da solo in mare aperto allontanandosi dalla spiaggia. Pedali lontano dall’asfalto in città oppure Calabria, in Molise, in Puglia o in Basilicata scopri che nell’entroterra c’è un mondo da andare a conquistare. Borghi, paesini , piccole chiese, angoli di foreste che dal Parco della Sila a quello Pollino a quello d’Abruzzo ti lasciano senza fiato. Poi quando pensi che possa bastare giri la bici e torni a pedalare puntando il mare. Cerchi sempre le vie meno battute. O almeno ci provi. Perchè non sempre trovi la strada che ti porta verso la spiaggetta dei tuoi sogni. Allora ritenti, ricominci, cambi di poco la direzione finchè scorgi il passaggio che stavi cercando. E alla fine il premio arriva. Sei sull’altopiano che vedi ogni mattina dalla finestra del tuo hotel. Sei nella caletta che da giorni stavi rimirando dall’alto della statale. Sei in cima al Montestella con la città ai tuoi piedi. Non si sentono neppure i rumori delle auto che sfrecciano verso la tangenziale e i tram che sferragliano allontandosi dallo stadio. Sapessi com’è strano…E’ Milano ma non sembra Milano.