Monza, 12 ore sui pedali
“Pedalare nel buio significa vedere tutto quello che non vedi quando c’è la luce. Significa vedere quello che c’è dentro di te, non puoi nasconderlo. In una gara del genere sei solo ed esclusivamente te stesso, perché le maschere scendono e sale quello che sei tu..” raccontava Anna Mei, primatista mondiale della 24 ore di ultracycling, parlando della 12 ore di Monza http://www.cyclingmarathon.com/che ha corso lo scorso anno. Magia di una gara che si corre dal tramonto all’alba sull’asfalto dove sfrecciano i bolidi di Formula Uno e che torna quest’anno il 3 e il 4 giugno per la sua terza edizione. Una sfida sportiva ma soprattutto un happening lungo una notte. Un’avventura da vivere e condividere con amici e avversari, con le squadre, con chi ha il coraggio e l’ardire di fare tutto da solo, con il buio, con i lunghi tratti illuminati solo dalle torce delle bici, con i lampioni delle chicane, col bagliore dei box che per tutta la notte sono un brulicare di gente e di bici, di profumi di caffè e di olio per massaggi. La 12h Cycling marathon, che lo scorso anno si è corsa anche sul circuito toscano del Mugello, è ormai un appuntamento classico. Lo scorso anno sulla pista dell’autodromo monzese hanno girato ininterrottamente 900 bikers , una lunga notte non stop, senza mai fermarsi. Dodici ore di fatica e di velocità dove ognuno ha la sua sfida. Un lungo serpentone che non ha mai smesso di frusciare. Gruppo compatto fino alla prima chicane ogni squadra ha preso il suo ritmo. A motore spento, perchè come dice Aldo Rock, raccontando a suo modo lo sport dai microfoni di Radio Deejay, «Uomo, ti sentirai come un vero pilota ma per questa volta, ancora una volta, il motore sarai tu…».