Storie di Stramilano
La Stramilano è il contenitore perfetto per raccontare tante storie non solo di sport. Da mezzo secolo tradizione di una città che è cambiata e che questa corsa può testimoniare con una galleria infinita di immagini. Con i suoi riti, la sua passione, la sua gente che invade piazza Duomo e poi arriva all’Arena. Come una volta, come sempre, come negli anni che verranno, perchè la Stramilano ha qualcosa in più delle tante corse che ogni domenica si corrono in città e fanno «arrabbiare» chi resta intrappolato tra vigili e transenne. Sono i cinquantamila, una macchia impressionante che riempie piazza Duomo, ma sono anche i 7mila agonisti che dal Castello, qualche ora dopo si misurano sui 21 chilometri di una mezza maratona che ha scritto pagine storiche dell’atleica, che ha visto trionfare grandi campioni, firmare i record del mondo. Ieri, come capita ormai da parecchi anni, c’è stata una doppietta keniana con il successo di Fredrick Moranga tra gli uomini Ruth Chepngetich tra le donne. Ma questa è cronaca. Ciò che rimane della 46ma Stramilano sono una serie di istantanee che restano in archivio. Il volto di Mirco Barbavara che ha corso tutte le edizioni dal 1972; la sfida di Costantin Bostan, atleta paralimpico con le nuove protesi regalategli dall’associazione di Giusy Versace, l’applauso dedicato a Fabio Cappello, il giovane runner morto in gara nell’edizione scorsa. Al via c’era suo fratello Fabio: « Gli ho trasmesso io la passione per questo sport. L’anno scorso avremmo dovuto correre insieme poi io ho avuto un impedimento e non sono venuto… Vi prometto che ad ogni edizione della Stramilano sarò sulla linea di partenza a spingere fino al traguardo. Come ha fatto Fabio…»