L’addio a Scarponi
Se n’è andato da capitano e “ora aspetterò domani per avere nostalgia…”. Cinquemila tifosi, appassionati, colleghi, amici hanno salutato per l’ultima volta Michele Scarponi, nel campo sportivo di Filottrano. Così ha detto Davide Cassani: “La gente non sa che essere gregari è un privilegio ma tu se morto da capitano, come sei sempre stato…”. Tutti lì per salutarlo. Peter Sagan, Vincenzo Nibali, Ivan Basso, Gilberto Simoni e Fabio Aru, con tutta l’Astana al completo. Tutti lì anche la moglie e i due figli. “E’ difficile un ricordo di Michele- ha detto Nibali – perchè solo le persone più importanti e più vicine possono raccontare quello che è stato “. E per le persone più importanti ora comincia la sfida più dura. Marco, il fratello, ha letto un vecchio articolo che avevano scritto per raccontare un sua vittoria: “Nelle sue gambe non ci sono solo fatiche e sacrificio ma un invisibile un per cento legato alla storia che ci fa innamorare del ciclismo”. Forse di più. Poi gli è stata consegnato la maglia della nazionale che lo porterà nel cuore ai mondiali di Innsbruck e i palloncini azzurri e gialli con i colori dell’Astana lo hanno accompagnato in cielo. Se n’è andato un capitano ma se n’è andato anche un marito ed un papà. Ed la cosa che più mi tormenta…