Alice, l’Inferno è finito
Poi un giorno di giugno arriva la giornata perfetta. Basta aver pazienza, tenacia, determinazione. Basta aver il coraggio di aspettarla anche quando tutto, ma proprio tutto, sembra andare nella direzione contraria. Anche dopo un paio d’anni di inferno, di ambizioni tranciate, di rabbia che poi quasi per magia diventa benzina per non mollare e per tornare a riscuotere un credito che ha maturato i suoi interessi, che ti ridà l’emozione e il sorriso. E la giornata perfetta di Alice Betto, trent’anni, varesina di Cavaria, arriva a Leeds, tappa inglese delle World Series di Triathlon. Arriva con un podio fantastico sulla distanza olimpica che è pesante come un macigno, che è (e sarà) un pezzetto di storia di questo sport che ha tanto bisogno di campioni. Perchè è la prima volta che un atleta azzurro porta il tricolore a medaglia nel circuito più prestigioso del mondo e perchè l’atleta delle Fiamme Oro dopo una sfortuna che sembrava non doverla abbandonare più, dopo un paio di interventi ad un tendine, dopo due anni di buio assoluto, dopo aver ricominciato praticamente da zero mette una pietra sopra ad una storia che ora riannoderà da dove si era interrotta. Terza, con le mani sul volto e con gli occhi lucidi perchè forse non se l’aspettava neppure lei. O forse sì ma non subito, non oggi: “La mia condizione di corsa non è al top- ha detto al traguardo- ma ho stretto i denti perché non potevo mancare il primo fantastico, incredibile, straordinario podio della mia carriera. Ho ripreso ad allenarmi seriamente sei mesi fa e oggi sono già al terzo posto di una WTS: semplicemente magnifico…”. Magnifico come la storia di un’atleta arrivata al triathlon meno di dieci anni fa dopo una vita di nuoto agonistico. Magnifico come una laurea in restauro all’Accademia di Brera, come due titoli italiani, come il podio in coppa Europa, come l’argento in coppa del mondo ad Alicante. Come tutto quello che sembra poter arrivare. Poi però un tendine si mette di traverso. Non una, due volte. E’ l’inizio di un tormento che sembra una fine, che scardina le certezze, che fa sparire dal tuo mondo un po’ di persone e che ti fa capire chi conta e cosa conta. Sembra un destino segnato, sembra un capolinea, viaggio maledetto sulle acque dell’Acheronte, sembra la fine di un sogno. Ma così non è. Così non può essere quando la volontà è quella di non abdicare, di non cedere il passo, di non darla vinta e nessuno . Così un giorno di giugno, nel verde smeraldo della campagne dello Yorkshire, terra di vacanze reali, di caccia alle volpi e anche di triathlon, arriva la giornata perfetta . Per Alice l’Inferno è finito. “E uscimmo tutti a riveder le stelle…”