Dolce l’Ironman di Pescara..
Dolce la sera di Pescara. Dolce la brezza del mare che asciuga l’aria e per chi arriva dalle pianure è una sensazione che non ha prezzo. Non si suda, non ci si appiccica, si respira, sembra quasi che l’aria ti accarezzi facendoti godere ogni cosa che fai. Anche una pizza in una rosticceria, solo senza figli, senza dispetti, senza le litigate che ogni tanto ti fanno sognare di partire. di prendere la tua Gs e sparire in Amazzonia per un mese. E invece quando non ci sono mancano. Eccome se mancano. Dolce anche la reunion dei Pooh che va su un megatelevisore sotto le spine delle birre. Che avranno mille miliardi di anni ma che ancora riempiono l’Arena di Verona e fanno share da finale di champions. E non si capisce come sia possibile che figli, nonni, nipoti cantino canzoni di trent’anni fa in un coro che mette insieme mondi e generazioni diversi, lontane, inavvicinabili e incondivisibili. Altrochè Internet. Dolce la sera di Pescara sulle scalinate del Ginnasio Gabriele d’Annunzio che da queste parti ha un motivo se si chiama così. Che ti fa tornare in mente versioni, aoristi, perifrasi, compiti in classe e esami. Che poi domani è un po’ la stessa cosa. Dolce il lungomare di Pescara che vede passeggiare uomini e donne numerati. magliette con i pallini puntati che arrivano un po da ogni Paese: svizzera, francia , Spagna…”Pescara quando c’è l’Ironman è una città bellissima- racconta la proprietaria del B&B Borgomarino che ci ospita- Si respira un’aria diversa che ti coinvolge. E infatti anche io che non corro ieri sera ho partecipato alla night run…”. Dolce il popolo degli Ironman. Che domani è pronto a tuffarsi, a chiedersi come sempre se servirà la muta oppure no, se la salita di Cepagatti si farà col 26 oppure serve un 28 e magari anche un 30, se farà caldo, caldissimo oppure se pioverà. Dubbi. Tanti dubbi. Come quelli di Alessandro Fabian che domani qui corre per la prima volta su una distanza lunga e che dovrà capire se è solo una distrazione divertente che si può concedere nell’anno post olimpico o se sarà il futuro della sua carriera da triatleta: “Non lo so nemmeno io- sorride- domani ci provo poi vedremo. Intanto ho capito che ho ancora tanta voglia di fare un’olimpiade. E questo è un punto fermo. Il resto è tutto da vedere.”. Il resto è domani. Un 70.3 che qui a Pescara è tradizione e che porta al via oltre duemila atleti. E parecchi campioni perchè correre in Italia per tutti ha un fascino particolare. Daniel Fontana e Ivan Risti tanto per citarne un paio. Ma la lista è lunga. “Che dubbi ho?- spiega Fabian– Tanti perchè questa distanza per me è tutta da scoprire. Ma forse ciò che mi preoccupa di più è trovare il ritmo giusto in bici. Credo che la differenza più grande con l’olimpico sia proprio questa…”. Dolce la sera di Pescara. Con il mare che si fa scuro e il cielo che si spegne lasciando che siano le luci dei locali ad illuminare la notte di chi non gareggia. “Chiaro è il mattino che nasce dall’Est…” canta Dodi Battaglia raccontando storie di cavalieri, fate e destini da ricomporre in do maggiore. Le note rincorrono lo spartito di sempre anche per chi domani dovrà faticare. Ma sarà musica, c’è da giurarci.
FOTO (come sempre bellissima) di Marco Bardella