C’era una volta il Processo alla tappa
C’era un volta il Processo alla tappa. Quello di Sergio Zavoli. Quello che il 2 giugno durante il Giro d’Italia del 1969 annuncia il caso di doping di Eddy Merckx positivo alla Fencanfamina dopo la 16ª tappa, la Parma – Savona. Quello che con la notizia fa sussultare il Giro, il Paese e mezza Europa. Quello che racconta il dramma della maglia rosa leader della corsa con 1’41” su Felice Gimondi. Quello che entra nella stanza di albergo del campione caduto e porta nelle case degli italiani le lacrime del Cannibale che improvvisamente torna umano e debole come tutti gli altri. Quello che apre un caso internazionale, con il ministero degli esteri italiano e l’ambasciata d’Italia a Bruxelles impegnati ad arginare le polemiche del governo belga che parla di complotto per eliminare Merckx in favore di Gimondi. Quello che in studio fa accomodare Indro Montanelli, Enzo Biagi e Bruno Raschi per discutere, parlare spiegare su come i giornali hanno trattato il caso e sul significato non soltanto sportivo del ciclismo e del Giro d’Italia. C’era una volta il Processo alla tappa e oggi la Rai lo ripropone su Rai Storia per il ciclo “Diario di un cronista”. C’era una volta il Processo alla tappa e oggi non c’è più. Va in onda un’altra cosa ma non si capisce cosa sia…