Ilaria e il triathlon più lungo…
“Oggi vedo tutto nero. Sono in crisi. Non sono a metà, né mi manca poco. È da quasi due mesi che sono da sola. Scambio un saluto ogni mezz’ora quando passa qualcuno, niente di più. Non soffro la solitudine, ma rompere la monotonia di quel che sto facendo aiuterebbe…”. Non tutto è facile come sembra. Nelle grandi imprese il conto arriva sempre ed è un conto che bisogna pagare. Ilaria Corli, 30 anni piacentina, due lauree nel cassetto in matematica e management dello sport ed una in arrivo in scienze motorie, sta provando a finire il triathlon più lungo di sempre in solitaria. Un’impresa infinita dal Lido di Volano dove è partita il primo giugno fino a Fermo per 210 chilometri, pedalando per 5400 chilometri lungo il perimetro occidentale dell’Europa fino a Berlino e infine rientrando a Ferrara di corsa per altri 1400 chilometri dopo aver attraversato Germania, Repubblica Ceca e Austria. Nuoto e bici sono andate ora Ilaria sta tornando verso l’Itlia di corsa. Ed è probabilmente la parte più difficile. “. In bici mi divertivo perché vedevo il paesaggio cambiare, facevo una salita, mi riposavo in discesa- racconta- In questi ultimi giorni è davvero dura mentalmente. Il ritmo costante dei passi, queste strade stupende ma di cui non vedo la fine e che percorro per intere giornate. Poi, ci sono giorni come oggi in cui le vesciche fanno talmente male che sono costretta a portare solo i sandali, poco ammortizzati, con i sassolini che entrano sempre tra le dita dei piedi e la suola poco ammortizzata che insiste sulle caviglie e sulle ginocchia. Fermati, riposa e riparti. Si ma poi? Pur di qui devo passare. Oggi vedo tutto nero, mi si è spenta la centralina. Buio…”. Ottanta giorni di viaggio in cui Ilaria farà quasi il giro del mondo. Ottanta giorni per scrivere una storia, un’altra delle sue che già l’hanno vista raggiungere Capo Nord e attraversare in solitaria gli Stati Uniti. Per firmare un record che la porterebbe tra i primatisti di sempre ma forse non è neanche questo il punto. A raccontarla un’impresa così sembra facile ma non lo è. Perchè poi arrivano i giorni in cui non va, non ci si muove, dove non ci sono più gambe, più testa. più morale…Dove ti chiedi perchè, dove ti viene voglia di mettere la freccia e accostare, dove uno più uno non fanno più due ma un punto di domanda. Ed è da qui che si riparte…