Vuelta, la magia della salita
Intanto complimenti a Salvo Aiello di Eurosport, telecronista coi fiocchi e un in bocca al lupo a Riccardo Magrini che oggi se avesse commentato la diciassettesima tappa della Vuelta sarebbe salito in piedi sulla sedia davanti ai monitor per l’entusiasmo. Poi tutto il resto, ed è tantissimo, che spiega perchè il ciclismo incanta le folle. Stefan Denifl vince in solitaria la Villadiego-Los Machucos di 180 km. Tappa antica. Tappa di quelle che si raccontano ai nipotini , tappa di salita dove nonostante le radioline, nonostante i computerini, nonostante la scienza esatta dei wattaggi il gruppo arriva su a brandelli. Altro che tattiche, altro che sprint, finisce davanti chi ne ha di più. Punto. L’austriaco dell’Acqua Blue Sport precede di 28″ Alberto Contador e di 1’04” il colombiano Miguel Angel Lopez Moreno . Vincenzo Nibali arriva quarto e mangia 42 secondi a Chris Froome che continua a comandare ma con un vantaggio di 1’16” sul messinese. Quindi non è ancora finita. Ma al di là della cronaca, dice tante cose una tappa così. La prima, la più importante, è che la bicicletta ha un senso solo quando c’è la salita. E vale per tutti. Per Froome e compagni ma anche per tutti noi più o meno agonisti, più o meno velleitari, più o meno attempati. Quando sei in sella a una bici da corsa e ti stai arrampicando si azzera tutto: il tuo codice fiscale, la tua laurea, il tuo conto in banca, i tuoi debiti. Una «Livella» che diventa sempre più inesorabile metro, dopo metro, chilometro dopo chilometro, tornante dopo tornante. E’ così da sempre. Ed stato così anche oggi. Una tappa così dice che anche i pro, quando serve, montano un 34-32, roba da amatori, roba da rampichini in mtb, roba da due metri e mezzo di pedalata che sembra di star fermi. Dice che è un’impresa andar su dritti, che si va a zig zag, che ogni tanto si guarda su per capire quanto manca alla fine del tormento. Dice che ti viene la nausea per la fatica. Dice che quando guardi per terra e l’asfalto lascia posto al cemento comincia il peggio. Dice che il <pistolero> è un campione fantastico che , nonostante tutto, ha vinto quello che ha vinto perchè è un fuoriclasse e oggi andava come una moto. Senza ironie. Che Froome ciondola e sembra sempre al lumicino ma forse oggi in riserva c’è andato davvero. Che Nibali non molla mai e nei prossimi giorni qualcosa proverà a inventarsi. Che la Vuelta è più spettacolare del Tour e del Giro. E che la Rai, servizio pubblico pagato profumatamente con un canone che ormai arriva sulla bolletta della luce, aveva il dovere di portarsi a casa i diritti. Si può dire. Eccome se si può dire..