Nibali? Bisognerebbe fargli un monumento
E due. Più i Giri, più il Tour, più la Vuelta. Foglie vivissime quelle del Lombardia. Più vive che mai come le emozioni di uno scatto secco sul Civiglio e i brividi in discesa. Tutto perfetto come due anni fa. Perfetto Vincenzo Nibali che chiude la stagione nel migliore dei modi pensando già al 2018 anno di un mondiale ( ad Insbruck) che fa gola e che vale magari la rinuncia ai grandi giri per concentrarsi solo sulle classiche. Due volte il Lombardia comunque sono storia. ” E quest’anno ancora meglio che nel 2005…” spiega all’arrivo. Che è tutto dire. Perchè tempo fa ad Extratime su RadioUno, la trasmissione di Paolo Zauli dove lo sport si racconta, Vincenzo aveva raccontato le sue emozioni e i suoi sogni: “Il Lombardia è la corsa più bella che ho vinto- aveva detto- Quella a cui tengo di più. Ora mi manca solo il mondiale, la maglia arcobaleno è un mio sogno anche perchè poi la tieni sulle spalle un anno intero…”. E allora anche il Lombardia di oggi vale più del pavè di Sheffield che in un certo senso gli consegnò il Tour, più della tappa vinta a Sant’Anna di Vinadio che gli aveva fatto riacciuffare un Giro che sembrava già vinto da Chavez. Scattare in salita e magari scattare anche in discesa, senza pensarci troppo perchè i grandi campioni sono capaci di inventarle al momento le corse. Così due anni fa, con il tricolore che tornava così ad avvolgere una classica monumento dopo sette anni di vittorie straniere, così oggi con il sole al posto della pioggia e con la resa, metro dopo metro, di un Thibaud Pinot che aveva provato a stanarlo a una quindicina di chilometri dall’avvio. Ma non c’è stata storia. Anzì sì, la storia c’è stata ed è una storia in parte già scritta e in parte da scrivere. Un nastro che si riavvolge che fa rivivere maglie e vittorie con le voci degli inviati sulle moto, con i “Cannibali” che lo seguono e lo applaudono ovunque, con gli amici di Messina che l’hanno visto crescere, che l’hanno soprannominato “squalo” per come correva, perchè attaccava sempre, perchè non stava mai fermo. Con la prima bici tagliata in due suo padre con un flessibile perchè in classe aveva picchiato un compagno. Con on un Lombardia in più e con un mondiale da provare a vincere. Oggi come allora, come sempre. Tutto ricomincia. E’ patrimonio del nostro ciclismo Vincenzo Nibali. Bisognerebbe fargli un monumento….