Torino, la maratona e l’incapacità di decidere
Certo, se uno vuole non corre. Perde i soldi dell’iscrizione, si mette il cuore in pace e finisce lì. D’altronde cosa sono qualche decina di euro quando in ballo c’è la salute. Ma il punto è un altro. Domani la Maratona di Torino si correrà nonostante la difficile situazione dell’aria, nonostante gli incendi della Valsusa e di altre aree pedemontane abbiano in buona sostanza quadruplicato i valori del Pm10 nell’aria che si respira in città. Non ci sono passi indietro. È quanto si è deciso in un vertice in prefettura a cui hanno partecipato il prefetto di Torino Renato Saccone, la Città , Arpa Piemonte e la Asl di Torino. «Pur non avendo rilevato particolari criticità – spiega una nota congiunta diffusa al termine del vertice – i rappresentanti presenti al tavolo hanno convenuto di informare i partecipanti alla Maratona ad adottare le seguenti indicazioni: bere molta acqua per mantenere le mucose idratate; tenere un ritmo di corsa lievemente inferiore a quello abituale; interrompere la corsa in caso di difficoltà respiratorie». Ma che senso ha? Che senso ha correre una maratona respirando per ore a pieni polmoni con livelli di smog esagerati? Che senso ha raccomandarsi di correre ma di andar più piano del solito e se ci sono problemi respiratori di fermarsi? Nessuno. Non ha nessun senso perchè lo sport è benessere e sarebbe stato probabilmente più giusto sospenderla la maratona di domani. Per logica e per buonsenso. Per evitare, come spesso capita nel nostro paese, di pentirsi a posteriori. Perchè sono di pochi mesi fa un morto e i feriti di piazza San Carlo nella sciagurata finale di Champions: bisognava pensarci prima a vietare le bottiglie di vetro in quella piazza. Ma è il limite della nostra politica a prescindere dalle sponde e dai colori: si governa cercando sempre e solo il consenso. Si governa senza mai avere il coraggio di fare delle scelte, di prendere decisioni coraggiose anche se impopolari. Che finchè va tutto bene..