Zona cambio…
Si esce dall’acqua, ci si toglie la muta e ci si cambia. Si rientra con la bici, ci si toglie il casco, le scarpe e ci si cambia ancora. Si allacciano le scarpe da running, cappellino, occhiali e via di corsa. Zona cambio. Nel triathlon mettere e togliere, togliere e mettere non sono un semplice cambiarsi. In T1 e T2, così si chiamano le zone di cambio, si vincono e perdono le gare. Ci sono atleti che passano ore e giornate ad allenarsi, a perfezionare le tecniche per scendere dalla bici, per togliersi muta, occhialini, scarpe. Per slacciarsi un casco. Per rivestirsi più veloci che mai, per ottimizzare gesti, movimenti, respiri. La zona cambio è la gara, non un pausa per tirare il fiato. E così funziona. Ma la zona cambio è anche un’altra cosa. E’ l’essenza del triathlon, sport faticoso e complesso, sport dove contano cuore e gambe ma conta anche sapersi organizzare, amministrarsi, conta saper dosare forza e passione perchè non basta nuotar forte, pedalar forte, correre forte…Non basta o non serve , dipende anche da cosa uno vuole fare, dal talento, dall’età. La zona cambio mette insieme tutte queste cose. Conta tutto. Anche per chi non corre per vincere. La zona cambio è lo stile di vita che fa di un triatleta una persona più o meno organizzata. E’ zona cambio alzarsi la mattina guardando la giornata che sarà, pensando che ci sono tre figli da portare a scuola in orari diversi, un paio di riunioni di redazione da preparare, una corsa di un’ora e mezzo da tentare nella pausa di pranzo, un’intervista, una cena e un giro al contrario per recuperare la famiglia tra corsi di musica, allenamenti e pizzate con gli amici. Zona cambio è far sì che tutto coincida. Provarci anche se sembra impossibile perchè l’intoppo c’è sempre ma ci sarà anche il modo di affrontarlo. Zona cambio è la convinzione che il modo si trova. Che si può fare basta volerlo. Che il tempo si può comprimere. Che una borsa con scarpe, body, occhialini e costume nel baule della macchina si mette sempre anche se non ci sono speranze, anche se sembra impossibile. Che se ti chiedono un favore, un aiuto, un passaggio la prima risposta è sì, poi ci si organizza. Poi si vedrà… Zona cambio sono tre o quattro persone a cena anche all’improvviso che qualcosa in tavola si mette sempre. Siamo tutti noi che facciamo i salti mortali per ritagliarci ogni giorno un paio di ore di sana fatica perchè in realtà sono le uniche due ore in cui il mondo non ci rompe l’anima, sono le uniche due ore da passare in silenzio a ragionare dei fatti nostri, a guardarci dentro e a far un po’ d’ordine in testa. Zona cambio è togliersi la muta e mettersi un’altra pelle. Forse la vera nostra pelle. E il resto non ci riguarda più….