Single, cani, gatti e babbi Natale: ridateci la corsa
Forse è solo invidia, ma uno dei cavalli di battaglia di chi non sopporta i runner è che, negli ultimi anni, in città come Milano si sono moltiplicate le corse. “Ce n’è una ogni domenica…” dicono e s’infuriano. Quella delle donne, quella dei single, quella di mogli e mariti, quella dei dei separati, quella con i cani, con i gatti, con i tacchi a spillo, con i mocassini, a piedi nudi, su un piede solo… Forse davvero troppe. Anzi, senza forse. Nella foga di convincere più gente possibile a mettersi in scarpette e calzoncini perchè correre fa bene alla salute ( ma spesso anche alle tasche di chi organizza) han preso corpo i format più improbabili che con la corsa spesso non c’entrano nulla e dove la corsa è solo un pretesto. Qualche anno fa a Milano, ma credo in tutte le altre città italiane, la moda era quella di appendere i Babbi Natale ai balconi. Venivano attaccati a una scaletta luminosa e, come tutte le novità, erano anche divertenti. Poi però si sono moltiplicati: cento, mille, diecimila. Chiaramente troppi. E non c’era balcone o finestra che non avesse un Babbo appeso. Davano più tristezza che gioia. Dai Babbi Natale appesi ai balconi a quelli che corrono il passo è stato breve purtroppo. Perchè la logica è la stessa. Le prime corse tutti vestiti di rosso sono di una decina di anni fa. Si cominciò a Milano che è una città che ha mille difetti ma anche il pregio indubbio di cogliere con un bel po’ di anticipo ciò che poi accadrà nel resto del Paese. Così la prima Babbo Running partì da piazza Duomo dove ritornava dopo un giretto di 6 chilometri nel centro storico per la gioia di grandi e piccini. Una bella idea e una bella festa. Poi però è successo ciò che è accaduto con le luminarie: dieci, cento, mille corse di Babbo Natale. Troppe e tutte uguali. Certo, molte hanno fini benefici e solo questo vale il prezzo del pettorale. Ma non è sempre così. Per questo forse è arrivato il momento di fermare tutti questi Babbi Natale che corrono. Perchè alla lunga suonano ‘ falsi, un po’ come gli auguri mandati a tutte le rubriche telefoniche che ti arrivano puntuali la mattina del 25 dicembre. E poi la corsa è un’altra cosa…