La vigilia
Non si scappa, ognuno ha la sua vigilia. La vigilia di un’interrogazione o di un esame di procedura all’Università quasi sempre insonne, fatta di caffè e tante sigarette perchè quando erano giovani quelli che oggi corrono e fanno i salutisti fumavano. Eccome se fumavano. La vigilia del primo giorno di lavoro con tutte le paure, le ansie, le curiosità che si portava dietro una svolta della vita: addio beata gioventù. La vigilia del matrimonio, ubriacante…in tutti i sensi. La vigilia della nascita di un figlio, del secondo, del terzo. Tutte incredibili con quella sensazione che ti fa sentire sospeso nel vuoto finchè ti ritrovi tra le braccia un pistolino che urla e ti viene da piangere. Che poi ogni volta è diverso, ogni volta resti senza fiato perchè non è vero che a un miracolo del genere ci si abitua. La viglia della prima maratona con l’euforia e l’incoscienza di chi non sa di preciso cosa gli aspetta. Ma poi capirà. La vigilia di un triathlon, anche se sprint, che un po ti fa paura e così non chiudi occhio. La vigilia di un Ironman, di un mezzo Ironman con la notte che passa aspettando un’alba che non arriva mai. La vigilia di un appuntamento, dell’acquisto della tua bici da crono, della nuova moto, della cresima di tuo figlio, della sua prima gara, del suo primo compito in classe al liceo e dei suoi esami all’università. Tutto annotato su una Moleskine, frammenti che passano e che forse tra qualche anno ci sarà tempo per rileggere. Ma c’è una vigilia che è più vigilia di tutte. Quella di Natale. Indimenticabile per i bimbi ma anche per tanti adulti perchè i ricordi e la magia di quella notte non la può cancellare nessuno. Il sogno, l’attesa, l’ingenuità , il viavai delle famiglie che si preparano alla festa, le case che si illuminano, le nonne che cucinano, le stelle che sembrano brillare di più e i bimbi con gli occhi sgranati che contano le ore sbirciando chissà cosa da dietro le finestre. C’era una volta il Natale e per fortuna c’è sempre. Basta crederci, basta volerlo…