Smog e blocchi: la solita liturgia
Blocchi del traffico per abbattere lo smog? E dov’è la novità? E’ la solita liturgia: l’aria è irrespirabile perchè da 6 giorni consecutivi i valori delle polveri sottili sono sopra la di guardia e quindi e l’assessore alla mobilità del Comune di Milano fa scattare le misure di primo livello: blocco circolazione veicoli persone diesel fino a euro 4 dalle 8.30 alle 18.30; blocco circolazione veicoli merci diesel fino a euro 3 dalle 8.30 alle 12.30; abbassamento temperature massime a 19 gradi centigradi in tutti gli edifici tranne ospedali, case di cura, scuole, impianti sportivi; divieto utilizzo stufette a biomassa legnosa fino a classe 3; divieto di accensione e utilizzo fuochi di qualsiasi tipo. “Invitiamo tutti a non usare l’auto – spiegacva l’assessore- ma mezzi pubblici, biciclette e sharing, e ad abbassare il riscaldamento utilizzando bene l valvole i termosifoni, per la nostra salute”. Auto, caldaie, condizioni climatiche che favoriscono il ristagno, la “sfiga” di abitare in una pianura dove lo smog è sempre stato un problema. Insomma non è che ci sia troppo da stare allegri. Servirebbe che tutti remassero dalla stessa parte e invece è la solita guerra. Automobilisti contro ciclisti che non vanno sulle ciclabili, ciclisti contro pedoni che corrono sulle ciclabili, ciclisti contro automobilisti che invadono le ciclabili, automobilisti contro pedoni che non attraversano sulle pedonali…Si potrebbe continuare all’infinito. Ma la mobilità non è una guerra, non è un tutti contro tutti con insulti, minacce, risse e dispetti. La mobilità è un piano organico che deve avere come obbiettivo quello di rendere le città più vivibili. Perchè è chiaro che le città, tutte le città non sono Milano, sono sempre meno vivibili, sempre più intasate e sempre più inquinate. E lo dicono le centraline dell’Arpa che sentenziano che i veleni sono un pericolo e purtroppo tocca respirarli. I blocchi non servono ad abbattere le polveri ma comunque a qualcosa servono. Sono un segnale che spiega che se le grandi città vogliono cercare di sopravvivere e di vivere meglio hanno l’obbligo di pensare a una mobilità diversa. Troppe auto, troppa gomma, troppo di tutto, non ci si sta più. C’è una mobilità pubblica che deve essere potenziata e diventare più efficiente e c’è una mobilità privata a motore che deve fare un esame di coscienza. È davvero così necessario accompagnare tutte le mattine i figli scuola in auto? È davvero così indispensabile andare a far compere e posteggiare in seconda fila? Non si può fare a meno di usare l’auto la sera per andare a bere una birra sui Navigli? Ma deve essere ripensato anche il lavoro che, oggi come oggi, è tutto un via vai di furgoni e furgoncini. È davvero così indispensabile che le merci vengano consegnate più o meno negli stessi orari in cui aprono scuole e uffici? Ed è davvero necessario che ogni ditta, porti le proprie merci a destinazione? Non si potrebbero, ad esempio, consegnare magari di notte, magari utilizzando una centrale di smistamento fuori città che utilizzi mezzi elettrici o magari usando le metropolitane? Ipotesi o forse utopie. Però mai si comincia mai si fa. Altrimenti tra 10 anni saremo qui a ancora a discutere di blocchi…