Froome non è come gli altri…
“Chris Froome non è un corridore come tutti gli altri…”. Non c’è dubbio. Se poi a dirlo è il numero uno dell’Uci David Lappartient che nei giorni scorsi questo ha fatto scrivere sulle pagine del Neuen Zuericher Zeitung la certezza è assoluta. Ma è poi una certezza o è esattamente il contrario? Se il keniano inglese non viene considerato un corridore come tutti gli altri quanti sospetti si alimentano? L’affare salbutamolo che ha coinvolto il quattro volte campione del Tour de France sta infatti diventando una telenovela dai colori gialli con una decisione che non arriva e che che altro non fa che minare le fondamenta di un movimento che su questi temi ha solo bisogno di chiarezza. Il “caso” Froome, risultato positivo ad un test antidoping durante la Vuelta vinta a settembre dell’anno scorso, dovrebbe essere risolto prima dell’inizio del Giro d’Italia a maggio. Ma andava risolto prima. L’Uci si è mossa al rallentatore, come sulle uova nonostante le norme e la chiarezza fissata per i limiti consentiti, nonostante i precedenti anche colposi, nonostante i campioni prelevati al capitano del team Sky abbiano mostrato il doppio del livello permesso per il farmaco. “Ma Frome è Froome- ha spiegato Lappartient – Ha più soldi, può portare più esperti a parlare per lui e può presentare più documenti a sua discolpa. Non possiamo semplicemente cancellare i documenti sul tavolo: è il momento di risolvere il caso rapidamente, ma mantenere i diritti del corridore”. Lappartient ha mostrato anche comprensione per Tony Martin che era stato critico nei confronti dell’Uci , chiedendo perché l’inglese non fosse stato immediatamente sospeso. “Non c’è stato alcun trattamento speciale per Froome- ha detto Lappartient- L’abbiamo spiegato a Martin”. Froome ha avuto l’asma sin dall’infanzia e il suo team Sky ha dichiarato che ha assunto farmaci aumentati, nei limiti consentiti, nei giorni precedenti il test. Il 32enne inglese ha fatto la storia quando è diventato il primo corridore a vincere la Vuelta e il Tour de France nello stesso anno come Bernard Hinault nel 1978. Ma forse era una storia non andava scritta e ora sarebbe il caso di chiarire che storia sarà…