Sport e pregiudizio: meno male che c’è la mamma
Stereotipi, preconcetti, paura del diverso.Gli italiani hanno pregiudizi? Pare di sì, nella vita di tutti i giorni, nella scuola e anche nello sport. Un po’ si sapeva ma a confermarlo ora arriva la ricerca «Italiani e pregiudizi: esperienza dal mondo dello sport», realizzata da Kantar TNS per Procter & Gamble in occasione dei Giochi Olimpici di PyeongChang 2018. Presentata questa mattina presso la sede WPP Italia di via Tortona a Milano l’indagine ha coinvolto un campione di 601 persone, rappresentativo della popolazione italiana, e dipinge un Paese Italia in cui il pregiudizio è ancora un fenomeno ricorrente, in ogni settore e a ogni età. Lo sport non fa eccezione . Per un atleta su due, tanto per fare un esempio, la maggiore difficoltà è quella di conciliare lo studio e l’ attività sportiva. Una storia vecchia, un limite culturale che fa ancora parte della nostra scuola che consiodera lo sport come un’attività ludica e accessoria e non come una parte integrante della crescita di un ragazzo come studente ma soprattutto come persona e il 31% degli intervistati che ha praticato sport a livello agonistico durante il periodo scolastico ha sottolineato quanto gli stereotipi siano presenti anche in questo contesto. Per il 39% degli sportivi sarebbe importante che la scuola si strutturasse per andare incontro alle esigenze di chi pratica sport a livello agonistico e il 19 per cento ha ha affermato di essere stato vittima di pregiudizi da parte degli insegnanti. Scuola, sport, professori ma anche genitori. Durante la carriera sportiva di una ragazzo la mamma è la figura più presente per il 34% degli intervistati, seguita da vicino dal papà (30%). I genitori ci sono quindi anche se in molti casi forse troppo, incapaci di farsi di lato lasciando il passo a chi deve seguire per professione la crescita sportiva dei loro ragazzi. Il tema del pregiudizio è stato inoltre oggetto di un recente sondaggio condotto dal Comitato Olimpico Internazionale sempre per conto di P&G coinvolgendo gli atleti di tutto il mondo. Analisi da cui è emerso che il 55% ha subito un pregiudizio, che ( nel 53% dei casi) è stata la mamma la più grande sostenitrice e che ( nel 99 per cento dei casi) è stata determinante nel far sì che diventassero atleti olimpici: “ Quando osserviamo la grande determinazione che spinge gli atleti fino ai Giochi Olimpici- spiega Barbara Del Neri, Direttore Corporate Marketing P&G Sud Europa- non possiamo dimenticare le mamme e con loro le famiglie che hanno contribuito in modo decisivo alla loro crescita. Se guardassimo il mondo con gli occhi di una mamma sarebbe certamente un mondo migliore», A portare la sua esperienza, è la pattinatrice di velocità sul ghiaccio, atleta del gruppo sportivo Aeronautica Militare, Campionessa Europea 2018 di Masstart, Francesca Lollobrigida, «Conosco bene l’iniziativa “Grazie di cuore, Mamma” di P&G ed i suoi video mi hanno sempre emozionato moltissimo perchè mettono in luce un aspetto della vita dei ragazzi e di noi atleti fondamentale ovvero il sostegno della mamma e della famiglia alla nostra attività- spiega- Essere un atleta agonista è bello ma richiede enormi sacrifici e spesso quando le cose non vanno bene e non si capisce il perchè si pensa di mollare tutto. A me è successo: ho passato un periodo lungo nel quale fisicamente non stavo bene e non capivo. In quei momenti pensavo di mollare tutto. Poi ho scoperto di avere la mononucleosi. Mia mamma mi è stata accanto e mi ha convinto che non dovevo abbandonare il pattinaggio, uno sport che pratico da quando sono piccolissima e che fa parte della mia vita. Così non ho mollato e se oggi sono la persona e l’atleta che sono, lo devo a lei”.